Al Poma stop ai traumi maggiori per incidenti e infortuni: pazienti trasferiti. A Castiglione sospesa la rete per il trattamento delle emergenze cardiache. Reparti ormai quasi saturi: la Regione chiede di ridurre o di interrompere l'attività chirurgica programmata
MANTOVA. «Questa terza ondata è peggiore delle altre due, non c’è null’altro da dire». È questo il quadro descritto ieri mattina da un operatore sanitario di lungo corso da anni al lavoro al Carlo Poma.
La situazione, sotto il profilo saturazione reparti ospedalieri, sta arrivando al limite e l’ospedale di Mantova è sotto stress. Praticamente piene le aree Covid e quelle definite “pulite”, con la rianimazione che ha ancora solo due posti disponibili.
E a arrivati a questo punto non è un caso che venerdì mattina la direzione generale Welfare di Regione Lombardia ha disposto la disattivazione immediata della rete Trauma Maggiore al Carlo Poma e della rete Stemi per il trattamento dell’infarto miocardico all’ospedale San Pellegrino di Castiglione delle Stiviere.
Ma non è tutto, visto che si profila anche l’interruzione dell’attività chirurgica programmata. Il livello di emergenza negli ospedali lombardi è passato da 3 a 4 nel giro di pochi giorni e le disposizioni impartite nelle ultime ore fanno riferimento a livelli 4a e 4b.
«Visto lo sviluppo previsto della curva epidemica – si legge nella nota inviata a tutti i direttori generali delle Asst lombarde – si dispone fin da ora l’attivazione progressiva dei posti letto per acuti del livello 4b già dall’inizio della prossima settimana, cioè dal 15 marzo. Si conferma la necessità che, su tutto il territorio regionale, le strutture ospedaliere, pubbliche e private a contratto, predispongano con immediatezza, sia in servizio sanitario nazionale che in libera professione/solvenza, la riduzione fino alla sospensione dell’attività di ricovero e dell’attività chirurgica procrastinabile».
La nuova disposizione regionale che disattiva la rete Trauma Maggiore al Carlo Poma si traduce nel trasferimento immediato in altri ospedali dei pazienti che hanno riportato traumi gravi in incidenti o infortuni. I traumi minori vengono invece sempre trattati.
In realtà la richiesta era stata avanzata alla Regione alcuni giorni fa proprio dall’Asst di Mantova che aveva ravvisato la difficoltà nel trattamento di questi pazienti per mancanza di posti letto dedicati e per i numeri già piuttosto elevati al pronto soccorso. Già da venerdì sera i pazienti Covid arrivati al Poma sono stati deviati sull’area del Casalasco e del Cremonese. Purtroppo nelle ultime ore si è anche dovuto assistere all’arrivo di alcuni pazienti Covid dal territorio bresciano che si sono recati al pronto soccorso del Poma con auto proprie, andando ad intasare l’arrivo delle ambulanze in servizio sul territorio mantovano.
Da venerdì sia l’ospedale di Mantova che quello di Asola fanno fatica a ricevere altri pazienti con sintomi da Covid-19. La rete del soccorso ha potenziato già da giorni i mezzi per dirottare questi pazienti verso altre strutture sanitarie.
La rianimazione del Carlo Poma ormai è quasi satura al 100%: restano solo due posti liberi, più altri sette all’ospedale di Pieve di Coriano che però ci cerca di mantenere “puliti” in caso di emergenze extra-Covid.
La Regione ha disattivato anche la rete Stemi per il trattamento dell’infarto miocardico al San Pellegrino di Castiglione, dove a quanto pare invece viene mantenuta la possibilità di trattare sia i trami maggiori che quelli minori.