.jpg)
I proventi della raccolta di fondi organizzata con i sindacati consegnati venerdì sera alla famiglia dell'infermiera stroncata a 52 anni dal Covid 19
TRIESTE Tanti sorrisi per ricordare Serena. Una donna talmente solare e spontanea in grado di strappare, proprio in onore del ricordo di come sapesse sdrammatizzare, una risata anche oggi che non c’è più. È stata una cerimonia rapida ma molto sentita quella nel corso della quale i colleghi di Serena Pockar, l’infermiera dell’Asugi strappata alla vita dal Covid l’8 febbraio all’età di 52 anni, e i rappresentanti sindacali hanno consegnato al marito, Valerio Stoppar, il frutto della raccolta di fondi organizzata per dare alla famiglia un segno di vicinanza: 3.850 euro raccolti tra oltre 100 persone.
«All’inizio è stata una collega – ha raccontato Anna Flego – poi però nel corso del tempo siamo diventate amiche e lei ha saputo starmi vicina anche nei momenti più difficili. Nessuno la potrà riportare tra di noi, però la vorremmo ancora qua. Serena era una persona speciale». Anche Sergio Pol ha lavorato con lei: «Era sempre un piacere incontrarla». «Gli ultimi sei anni della mia attività lavorativa – ha proseguito Nadia Martinelli – li ho passati nel reparto di Pneumologia dove ho avuto il piacere di conoscere Serena, una donna speciale e unica».
Pockar avrebbe compiuto gli anni il 4 marzo. Classe ’68, non si era mai tirata indietro dal lavoro, dando il massimo anche durante la prima ondata della pandemia. Lo scorso dicembre è risultata positiva al consueto tampone di controllo, era pochi giorni prima di Natale e dall’approfondimento erano risultati postivi anche il marito e la figlia Jessica. Il 26 dicembre le condizioni di salute della donna erano peggiorate al punto da richiedere il ricovero in ospedale. Da lì il passaggio in tutti i reparti: da quello degli infettivi alla Pneumocovid, fino alla Terapia intensiva a Cattinara, dove la donna è deceduta l’8 febbraio.
«Siamo riusciti a sentirla solo al telefono», racconta il marito: «Eravamo sposati da 26 anni». Gli amici la descrivono come una donna solare, spontanea, piena di vita e soprattutto con un cuore grande. «Brontolona al punto giusto», ha aggiunto il marito Valerio, ex operaio della cokeria della Ferriera, oggi in fase di dismissione. «Voglio ringraziare di cuore gli amici, i colleghi e i conoscenti di mia moglie che hanno partecipato a questa raccolta fondi», ha detto visibilmente emozionato. In tutto sono stati raccolti 3.850 euro da oltre 100 persone tra cui, oltre ai colleghi di lavoro, anche da un’ insegnante del liceo Prešeren e dall’Associazione sportiva Muggia ’90, cui è iscritta la figlia. L’elenco di nomi è stato consegnato al marito. «Come sindacati – ha spiegato Fabio Pototschnig, segretario regionale della Fials Confsal – abbiamo voluto promuovere questa raccolta fondi per raccontare quanto Serena fosse amata. Era una persona apprezzata e buona. Altri reparti si sono mossi in maniera autonoma, vista anche la complessità del momento in cui tutto va fatto in via digitale».
«Ci spiace tanto per questa perdita», ha rilevato a sua volta Francesca Fratianni della Cgil Fp: «Speriamo non accada a nessun altro. Con questo gesto vogliamo essere vicini alla famiglia di Serena». Infine Matteo Modica, referente locale Fsi-Usae, ha confermato che «non abbiamo avuto nessun dubbio nel momento in cui ci hanno proposto la raccolta fondi. Il nostro vuole essere un segno tangibile, un qualcosa di naturale e spontaneo».—
