REGGIO EMILIA. Non c’è «nessun motivo razionale» per cui si debba aver timore a sottoporsi ai vaccini Covid di AstraZeneca, così come al momento «non è stato stabilito alcun nesso di causalità tra la somministrazione del vaccino e alcuni eventi avversi registrati in concomitanza temporale». Insomma, si tratta di un «vaccino sicuro».
È un vero e proprio appello alla calma quello rivolto ieri, durante la consueta conferenza stampa di aggiornamento sulla pandemia, dai vertici dell’Ausl di Reggio Emilia. Un tentativo di tranquillizzare i cittadini allarmati dopo il ritiro, disposto dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), del lotto “Abv2856” del vaccino Covid prodotto appunto da AstraZeneca.
Le dosi a Reggio
Una decisione presa in via precauzionale e a seguito della quale tutte le dosi non ancora utilizzate di quel lotto sono state immediatamente accantonate in attesa di tutti gli accertamenti del caso.
In provincia di Reggio Emilia in realtà buona parte dei vaccini in questione erano già stati utilizzati: 1.700 fiale su un totale di 2.200 appartenenti a quel lotto e in distribuzione nel Reggiano dal 25 febbraio. «Tutte le dosi non somministrate – ha spiegato la direttrice generale dell’Ausl, Cristina Marchesi – sono state ritirate e chi dovrà fare il richiamo lo farà con un altro lotto. Ma questo sarebbe successo comunque, è nella normalità delle cose: i lotti finiscono e vengono sostituiti con altri dall’azienda farmaceutica». Alla luce di quanto comunicato dall’Aifa la situazione è costantemente monitorata dall’azienda sanitaria che non ha registrato, al momento, casi di reazioni avverse nei 1.700 reggiani che hanno avuto il lotto sotto esame.
D’altronde, prosegue Marchesi, «all’estero sono state usate milioni di dosi di AstraZeneca e prima di dire che non vanno bene occorrono elementi certi che ora non ci sono. Dobbiamo far capire ai cittadini che si sono già prenotati che il vaccino è sicuro, non devono temere».
Pura precauzione
E proprio per fugare queste ansie ieri, durante la conferenza stampa, era presente anche il direttore del reparto di Malattie infettive dell’ospedale Santa Maria Nuova, Marco Massari. A lui, che con il suo reparto è in prima linea nella lotta alla pandemia da oltre un anno, senza tregua o riposo, il compito di spiegare con chiarezza la vicenda del lotto ritirato e della sicurezza dell’AstraZeneca.
«Tutti i farmaci, per una buona porzione della loro vita sono sottoposti a una farmaco-vigilanza – spiega Massari – e a controlli e segnalazioni. Sul sito dell’Aifa si può vedere che tutti i giorni qualche lotto di qualche farmaco viene ritirato per dei problemi, il che non vuol dire che quel lotto sia pericoloso. È una decisione che si prende in via precauzionale».
Prima di dimostrare che un vaccino sia correlato a un danno, prosegue il primario, «occorre fare degli studi molto approfonditi. Il criterio che ha portato al ritiro di quel lotto è quello della temporalità: ci sono stati dei decessi e delle reazioni avverse avvenuti dopo la vaccinazione ma questo non vuol dire che la causa sia da imputare al vaccino anti-Covid».
un vaccino sicuro
Massari fa poi l’esempio di quello che successe nel 2014, quando «si scatenò una campagna mediatica contro la vaccinazione antinfluenzale per 14 eventi considerati imprevisti. Allora venne sospesa la vaccinazione. Analoghi comportamenti hanno dimostrato, ad esempio negli Usa, che così facendo quello che si è ottenuto alla fine sono solo più morti».
Tornando ad AstraZeneca, prosegue il primario, «sono stati segnalati degli eventi tromboembolici, ovvero dei coaguli nelle vene. Si tratta di una trentina di casi in Europa su circa sei milioni di dosi somministrate: non c’è nessuna differenza fra vaccinati e non vaccinati, una persona che ha più di 50 anni ha comunque il 10 per cento di probabilità di avere una trombosi».
È quindi possibile «che si tratti di un caso e non di una reazione avversa provocata dal vaccino».
Gli accertamenti
Questo, ovviamente, non vuol dire che ci si debba fidare a prescindere circa la sicurezza e l’efficacia di un vaccino. Nemmeno quando si tratta di un vaccino anti-Covid. E infatti, chiarisce Massari, «ora si sta cercando di capire se sia implicato con queste reazioni avverse. Le autopsie fatte in Sicilia e in Australia per ora hanno escluso che la causa sia l’AstraZeneca».
Ma ovviamente «la prudenza impone che quei lotti non siano utilizzati e questa procedura è stata effettuata da sette Paesi europei. Non in Francia ad esempio, né in Germania e Gran Bretagna, che invece stanno proseguendo con le somministrazioni».
Il vaccino ti salva
Quello che deve essere chiaro, ribadiscono i vertici dell’Ausl ai reggiani dubbiosi e spaventati, è che interrompere la campagna vaccinale per delle «paure irrazionali» sarebbe la mazzata finale in un contesto in cui la pandemia peggiora di giorno in giorno.
«AstraZeneca e gli altri vaccini – chiarisce Massari – stanno riducendo il numero di morti e di forme Covid gravi, ora nei nostri ospedali non vediamo più entrare gli anziani che si sono vaccinati. Non dobbiamo pregiudicare la campagna vaccinale con queste forme di allarmismo perché il rischio, più che concreto, è che aumentino i morti ma causati dal coronavirus non certo quelli da vaccino. E titoli a tutta pagina come quelli di Repubblica sono fuorvianti e dannosi».
Prenotazioni
Il timore «ingiustificato» verso le dosi AstraZeneca, ammette però rammaricata Marchesi, «purtroppo mi aspetto porti alla cancellazione di qualche prenotazione. Anche se per adesso le mancate presentazioni al padiglione delle Fiere sono in linea con i giorni precedenti. Quello che vorrei far capire ai reggiani è che il rischio del vaccino è praticamente inesistente. Rispetto ai malati e ai decessi da Covid il piatto della bilancia propende a favore del vaccino nel 100 per cento dei casi».
Sospendere una campagna vaccinale «per paure irrazionali – conclude – è molto pericoloso». —
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