Al gruppo con il musicista pordenonese uno dei riconoscimenti della Critica. «Sul palco mi sono divertito». Boom di visualizzazioni per i Coma_Cose
Rientro a casa con il sorriso sulle labbra per i pordenonesi a Sanremo. Da un lato Davide Toffolo dei Tre allegri ragazzi morti si gode con gli Extraliscio il dodicesimo posto in classifica e soprattutto il terzo gradino sul podio forse più ambito, quello del Premio della critica “Mia Martini”.
Dall’altro, per i Coma_Cose, duo del quale fa parte Francesca Mesiano, si susseguono commenti entusiastici sui social e al di là del piazzamento di sabato sera (20esimo posto) California (questo il suo nome d’arte) e il suo compagno Fausto Lama sono già la coppia cult della musica italiana.
Visualizzazioni in crescita esponenziale su You Tube (sfiorano il milione per il video della prima serata al festival) e complimenti a non finire anche per il look e per la fortissima complicità che ha caratterizzato ogni loro esibizione.
«È un grandissimo risultato – ci ha raccontato Davide Toffolo – perché quello degli Extraliscio è un gruppo e un progetto culturale complesso che ha rimesso in gioco una tradizione musicale italiana importante e l’ha proiettata in una dimensione nuova».
Fra l’altro per gli Extraliscio è arrivato anche il riconoscimento dell’orchestra di Sanremo, che ha assegnato al gruppo “punk da balera” nato da una visione di Elisabetta Sgarbi la terza posizione nella serata delle cover.
«L’orchestra, meravigliosa, che quest’anno ha fatto anche da pubblico e da giudice, si è innamorata della nostra azione di musica vera sul palco e dell’orchestrazione dei brani curata dal maestro Molinelli, che ha entusiasmato anche tanti miei amici musicisti, dai quali mi sono arrivati molti messaggi in questi giorni».
Ma come ha vissuto la “dimensione Sanremo” l’allegro ragazzo morto?
«Sono andato lì per quello che sono, un musicista che sta sui palchi da tantissimi anni e in questo festival così particolare e nel momento in cui la musica live è completamente e drammaticamente ferma mi sono anche sentito di rappresentare le tante persone che vivono questo lavoro.
E poi mi sono divertito, perché molti musicisti dell’onda indie che erano a Sanremo sono figlie e figli dei Tre allegri ragazzi morti e devo dire che ho vissuto giorni ad altissima affettività. Io rimango un outsider, al festival non avevo niente da perdere, non sapevo cosa significasse stare su un palco nazional popolare ma è stato incredibile rendermi conto che, essendo l’unico aperto, ci hanno visti davvero in tantissimi.
Ho ricevuto una quantità di affetto immensa: per me ma soprattutto per il mio gruppo, i Tarm, e per quello che abbiamo fatto in tuti questi anni».
Piaciuti i Maneskin?
«Sì, mi hanno colpito subito, al primo ascolto. Ma è molto bello anche il brano dei Coma_Cose”». —
