UDINE. Le competizioni sportive «sono autorizzate solo se di livello agonistico e riconosciute di preminente interesse nazionale». Il nuovo Dpcm in vigore dal 6 marzo e con validità fino al 6 aprile - il primo decreto partorito dal governo Draghi - non cambia praticamente nulla per lo sport dilettantistico, nel senso che conferma le precedenti restrizioni sull’attività agonistica. Ma proprio per questo cambia tutto per il calcio dilettantistico.
La proroga di un altro mese sulle restrizioni per gli sport di squadra e di contatto sostanzialmente azzera le possibilità di una ripartenza, mettendo di fatto la parola fine sui campionati dilettantistici regionali.
Dall’Eccellenza in giù, anche se per la “Serie A regionale” la speranza resta accessa per altre 24 ore, aggrappata però al riconoscimento del suddetto campionato come torneo di preminente interesse nazionale, che potrebbe arrivare già domani nell’ambito del primo Consiglio federale della Figc del Gravina-bis.
I tempi tecnici per espletare il “cambio di residenza” e riconsentire così gli allenamenti di gruppo potrebbero insomma consentire all’Eccellenza di ripartire ad aprile - con le partite di Coppa e i recuperi -, ovvero dopo le 4-5 settimane che le società stesse hanno richiesto per svolgere una nuova preparazione atletica, ma anche se così fosse c’è un altro ostacolo.
Apparentemente invalicabile: «Le decisioni di Figc e, conseguentemente, della Lega nazionale Dilettanti - precisa il presidente del pallone regionale, Ermes Canciani - fanno parte del percorso istituzionale, ma alla fine saranno le società a decidere se tornare in campo.
In Friuli Venezia Giulia, come in altre regioni, i club hanno sempre posto tre condizioni imprescindibili per ripartire: impianti sportivi e aree di ristoro aperti al pubblico, oltre ai tamponi gratuiti. Personalmente non credo che possano concretizzarsi tutte queste condizioni. Diciamo che la logica ci porta a una sola conclusione: quella che di fatto la stagione dei dilettanti si è chiusa qui.
A meno di improvvisi ripensamenti non vedo proprio come si possa ripartire con i campionati dalla Promozione in giù. È vero che con il nuovo Dpcm non cambia nulla, che i divieti restano gli stessi di prima, ma lo stop all’attività viene prolungato di un mese e con queste tempistiche, obiettivamente, non c’è più margine per concludere i tornei, anche ipotizzando la conclusione del solo girone d’andata, con play-off e play-out».
Prudenza, quella di Canciani, figlia in realtà del rigoroso rispetto delle procedure. «Non posso chiudere io la stagione, è una decisione che spetta alla Lnd. Credo comunque che a metà mese verrà convocato il consiglio nazionale di Lega, che eventualmente sancirà le modalità di chiusura della stagione». —
