La difesa dell’ex ad aveva chiesto di spostarlo a Trento. Motivo: tra le potenziali parti danneggiate anche 2 magistrati veneti
TREVISO. Veneto Banca in liquidazione rimane nel processo come responsabile civile ma soprattutto il procedimento in atto contro l’ex amministratore delegato della Popolare montebellunese Vincenzo Consoli continuerà a svolgersi in tribunale a Treviso e non a Trento come l’avvocato Ermenegildo Costabile ha chiesto nell’eccezione presentata al giudice Gianluigi Zulian.
Sono queste le novità emerse dall’udienza preliminare di venerdì, la quarta, che vede Consoli accusato dei reati di ostacolo alla vigilanza, falso in prospetto e aggiotaggio. Come previsto, l’udienza era dedicata alle eccezioni sollevate dalle difese di Consoli e Veneto Banca Lca, ammessa, nell’udienza precedente da Zulian come unico responsabile civile nel procedimento, estromettendo Banca Intesa.
Veneto banca rimane nel processo
Eccezioni che hanno impegnato il giudice per tutta l’udienza, che si è poi conclusa con il loro respingimento. I legali di Veneto Banca Lca hanno subito presentato un’eccezione con la quale chiedevano l’esclusione dal processo dell’ex banca in liquidazione come responsabile civile sostenendo che, semmai, la questione era di competenza del tribunale fallimentare, dove confluiranno tutti i creditori, non solo gli ex soci di Veneto Banca che si sono costituiti in questo procedimento contro Consoli.
Eccezione che, nella tarda mattinata di venerdì, dopo essersi ritirato in camera di consiglio, il giudice delle udienze preliminari Zulian ha respinto. Una pronuncia favorevole ai soci che si sono costituiti parte civile in quanto, oltre nei confronti di Consoli, potrebbero anche rivalersi su Veneto Banca Lca. Prescrizione permettendo.
Contestate 300 parti civili
I legali di Veneto Banca Lca avevano anche chiesto al gup Zulian l’estromissione dalla costituzione di parte civile di circa 300 dei 1300 soci ammessi nel processo. Il motivo è semplice: si tratta di risparmiatori che a suo tempo avevano raggiunto un transazione con Veneto Banca poco prima che venisse acquisita da Intesa Sanpaolo in base alla quale rinunciavano a qualsiasi rivalsa in sede processuale. Ma anche questa è stata respinta dal giudice delle udienze preliminari.
Il processo non si sposta a Trento
Ma un’altra eccezione, presentata dall’avvocato Ermenegildo Costabile, il legale di Consoli, ha caratterizzato l’udienza di venerdì, alla base della quale c’è l’articolo 11 del Codice di procedura penale ossia quello dell’incompetenza funzionale del tribunale di Treviso chiedendo il trasferimento a Trento.
Alcuni giorni fa, spulciando tra i nomi dei soci di Veneto Banca il legale milanese ha scoperto che tra le potenziali parti danneggiate, che detenevano azioni nel 2016, figurano due magistrati che operano nel distretto della Corte d’Appello di Venezia (un avvocato trevigiano, Luisa Osellame, che svolge il ruolo di viceprocuratore onorario presso la procura della Repubblica di Venezia e Gabriella Zanon, giudice civile del tribunale di Venezia). L’articolo del codice di procedura penale citato in udienza prevede che «i procedimenti in cui un magistrato assume la qualità di persona danneggiata dal reato» debbano essere spostati presso il tribunale del capoluogo del distretto di Corte d’Appello individuato secondo la legge. Nel caso del Veneto a Trento. Ma anche in questo caso Zulian ha respinto l’eccezione.
Tra 6 giorni spazio all’accusa
Sabato prossimo, spazio alla requisitoria dei pubblici ministeri Massimo De Bortoli e Gabriella Cama, che chiederanno il rinvio a giudizio dell’ex amministratore delegato di Veneto Banca, e alle arringhe delle parti civili. Poi, il 26 febbraio, all’udienza successiva, sarà la volta dell’avvocato Costabile, legale di Consoli. —
