Buon avvio con super Weaver ma dopo si spegne la luce. Squadra confusa: traballa la panchina di Di Paolantonio
STAFF MANTOVA 60
URANIA MILANO 70
STAFF MANTOVA: Weaver 18 (6/10, 2/2), James 14 (3/7, 2/6), Ghersetti 9 (3/5, 1/4), Bonacini 8 (3/6 da due), Cortese 7 (2/4, 1/4), Ceron 2 (1/2, 0/3), Ferrara 2 (1/1, 0/1), Maspero (0/1, 0/1), Infante. Ne: Albertini, Mirkovski, Ziviani. All. Di Paolantonio
URANIA MILANO: Langston 19 (8/13 da due), Bossi 12 (3/7, 2/5), Piunti 11 (2/2, 2/3), Raivio 7 (2/6, 1/5), Raspino 7 (2/2, 1/3), Montano 6 (3/4, 0/3), Benevelli 6 (0/1, 2/4), Franco 2 (1/1 da due). Ne: Cavallero, Valsecchi, Pesenato e Chiapparini. All. Villa
Arbitri: Ferretti, Patti e Centonza
Note: tiri da due 19/36 e 21/36; tiri da tre 6/21 e 8-23; tiri liberi 4/4 e 4/6; rimbalzi 32 (7+25, Weaver 9) e 26 (3+23, Raivio 10); assist 10 (James 4) e 19 (Montano 6); gara a porte chiuse
MANTOVA. Adesso è proprio crisi. La Staff cede il passo anche all’Urania Milano, squadra per niente trascendentale, per di più alla Grana Padano Arena, per quanto l’assenza di pubblico limiti molto il concetto di ‘casa’ e ‘trasferta’. Dopo il crollo nella ripresa a Piacenza seguito dallo stop pur all’overtime a Capo d’ Orlando, era attesa una reazione che non è arrivata.
I biancorossi ancora una volta hanno giocato a strappi, più sulle iniziative dei singoli che in conseguenza dello sviluppo del piano di gioco. Eccola la parola chiave, ecco il nucleo della questione: anche di fronte a Raivio e soci si è visto pochissimo il gioco, la mano del coach Di Paolantonio la cui panchina ora traballa chiaramente dopo gli scricchiolii delle settimane scorse. Dirigenti scuri in volto a fine gara, a partire dal presidente Negri che ha annunciato un cda nella giornata odierna in cui si valuterà la situazione: l’impressione è che il tempo del tecnico teramano a Mantova sia scaduto.
La partenza della squadra biancorossa era stata incoraggiante, con un Weaver stratosferico. La tripla del lungo americano, imitato subito dopo dal collega James, lanciano la Staff sul 14-6 al 7’. Weaver è il protagonista assoluto, con canestri da fuori, da sotto e in sospensione. Se Mantova chiude il primo quarto di gioco avanti 20-14 è quasi esclusivamente per merito suo: 11 punti.
Alla ripresa ancora il pivot a stelle e strisce va a segno ma Mantova inizia a incepparsi e l’Urania comincia a crederci di più, alzando le percentuali al tiro dopo una prima frazione di studio. Una palla persa da Bonacini innesca il contropiede dell’ex Raspino che firma il 24-23, sigillando un parziale di 0-7. Nella formazione ospite man mano aumenta l’autostima, stringendo sempre più le maglie in difesa mentre i padroni di casa si perdono: la tensione di dover vincere a tutti i costi probabilmente annebbia la lucidità di una squadra che non riesce più a costruire azioni fluide. La prima tripla della star ospite Raivio, fino a questo momento non pervenuto, porta al pareggio sul 26 al 15’. Benevelli ancora da fuori lancia avanti poi i suoi. Eccolo il solito black out degli Stings che si fermano sul più bello. Tripla fallita da Ghersetti e tripla fallita da Cortese. La squadra biancorossa è in confusione, non riesce ad abbozzare una reazione di gruppo degna di questo nome. Si va al riposo lungo sul 30-33 registrando segnali per niente incoraggianti.
Finora la Staff è rimasta in gara esclusivamente grazie alla buona vena di Weaver che firma 15 dei 30 punti complessivi (6/7 da due e 1/1 da tre), con 4 rimbalzi. Gli altri più o meno non pervenuti, troppo timidi e imprecisi, troppo spesso alla disperata ricerca di un compagno che fatica a smarcarsi, a trovare spazio. Poche, pochissime le 2 sole triple su 10 tentativi. Ma quello che più fa male sono le ben 8 palle perse (alla fine saranno addirittura 18). E dalla panchina scarsissimi segnali e zero punti. L’Urania non è squadra fenomenale ma è attenta in difesa e in attacco ruota le soluzioni con ben 7 giocatori già a punti. Al rientro in campo subito una tripla di Bossi a cui ribatte James che cerca soluzioni individuali ma spesso sbatte. Ancora Bossi e Benevelli da fuori ed è 40-51: l’inizio della fine.
Nel quarto finale i biancorossi cercano di tirare fuori le unghie ma spesso la foga li tradisce e inizia a serpeggiare il nervosismo. Arrivano solo ora i primi punti di Ceron, l’ombra del buon giocatore visto domenica in Sicilia. Ma anche i suoi compagni sono abulici. A metà tempo arriva pure la tripla di Raspino (46-57). Poco dopo la prima (!) tripla di Ghersetti accende un attimo la speranza (53-59). Ma è un’illusione: troppa frenesia e troppo nervosismo. L’Urania regge tranquilla e vince con merito.