MANTOVA. L’ex sindaco Nicola Sodano sarà risarcito dal Comune di Mantova per le vicende giudiziarie che lo avevano coinvolto nel 2014 con accuse pesanti, da cui poi era stato completamente prosciolto dopo tre gradi di giudizio. Dopo sei anni l’amministrazione comunale gli ha riconosciuto 40.307 euro di rimborso che saranno immediatamente liquidati.
Già alla fine dell’anno scorso aveva ottenuto 29.344 euro, ma la liquidazione era stata bloccata perché mancavano ancora alcune fatture. I legali dell’ex sindaco le hanno presentate assieme ad altre che aumentavano la richiesta di rimborso e hanno ottenuto un’integrazione di 10.963 euro. «Chiedevamo molto di più – ha detto Sodano – leggerò la determina, vedrò che cosa è stato accolto e che cosa respinto e poi deciderò il da farsi».
Sodano, allora sindaco della città e quasi a fine mandato, fu bersaglio di gravi accuse che andavano dall’associazione malavitosa all’abuso d’ufficio. Era il novembre 2014, a pochi mesi dalla conclusione del suo mandato. Quella vicenda giudiziaria lo costrinse a rinunciare alla ricandidatura che fino a quel momento sembrava scontata. Da allora per lui cominciava un lungo iter giudiziario che lo portò in aula a Roma, a Mantova e a Brescia. Tre procedimenti penali aperti nei suoi confronti che si conclusero tutti con la dichiarazione di estraneità ai fatti contestati.
A quel punto, i suoi legali si sono appellati all’articolo 86 del testo unico degli enti locali che prevede il rimborso delle spese legali per gli amministratori che subiscano giudizi durante il loro mandato e da cui escano completamente innocenti. Nella determina di liquidazione firmata dal segretario generale dell’ente, Roberta Fiorini, si passano in rassegna le fatture degli avvocati riferite ai tre procedimenti e per ognuno si stabilisce che cosa rimborsare e che cosa no.
Per i giudizi davanti al gup del Tribunale di Roma e alla Cassazione è stata accolta in toto la richiesta di rimborso. È stata, invece, respinta la richiesta riguardante il giudizio davanti al gup di Mantova, alla Corte d’appello di Brescia e alla Cassazione, mentre è stata aumentata oltre il limite consentito quella per il procedimento di fronte al gup di Brescia.
