Sono in tanti anche a Lucca, dove decine di pubblici esercizi ricorrono alle piattaforme online per ordini e recapiti
LUCCA. In bici pedalando a tutta forza o sullo scooter, intabarrati per il freddo e invisibili sotto a casco e piumino. Dietro le spalle, il solito “scatolone” impermeabile e termico dai colori fluorescenti: chi giallo, chi verde, chi fucsia. Nella notte sfrecciano e sono ben visibili grazie allo zaino che funge anche da catadiottro: di giorno, più facilmente, si confondono tra folle variopinte. E da quando è scoppiata la pandemia sono stati anche più richiesti.
I rider sono nuovi lavoratori, più spesso giovani, ma anche adulti con famiglie alle spalle. Corrono sulle strade di giorno e di notte con il cibo da recapitare ai clienti che l’hanno ordinato a ristoranti, pizzerie, trattorie, ma anche gelati da gelaterie, aperitivi dai bar. Per pochi o pochissimi euro a consegna, vengono reclutati a condizione che siano precisi e affidabili, abili con lo smartphone, parlino un italiano corretto e abbiano un proprio mezzo di trasporto trasporto.
A Lucca, decine di pubblici esercizi sono iscritti alle piattaforme che portano il cibo a casa. Oltre trenta, ad esempio, compaiono sul sito di Foodracers, portale italiano; una trentina su Deliveroo, originario del Regno Unito e con una sede italiana. Una ventina hanno scelto Just Eat, britannico. Qualcuno sta su tutti e tre. Uno degli ultimi apparsi sul mercato dei servizi in rete di ordinazione e consegna pasti che agiscono come intermediari tra ristoratore e clienti è Alfonsino, start-up di imprenditori under quaranta, con sede a Caserta, nata nel 2016.
Di recente, Alfonsino è sbarcato anche sulla scena lucchese, seppure, come spiega il suo senior marketing manager Dario Rauccio, vuole conquistare tutta la Toscana. «Il nostro servizio - spiega - si svolge entro un raggio di quattro chilometri dal centro città. La Toscana è la regione a cui siamo più affezionati dopo la Campania; siamo presenti anche in Lazio, Umbria, Abruzzo, Marche, Calabria e Puglia. La Toscana è una regione di punta per noi anche perché ha un’offerta gastronomica imponente. Siamo intermediari online: lavoriamo tramite sito, app, chat di Facebook e Messenger».
«I rider - spiega Rauccio rispondendo a domanda specifica - sono assunti con contratto di collaborazione. Prima devono superare una selezione, dopodiché, se idonei, firmano un contratto di collaborazione autonoma in base alla disponibilità di lavorare di ognuno. È il lavoratore che prenota in quale sessione di orario lavorare o quante ore. Devono essere maggiorenni. Siamo noi a fornire l’occorrente: zaino per consegne e protezioni, dalla giacca a vento alla t-shirt con il nostro logo in estate, felpe in inverno».
Domanda cruciale: quanto guadagna un rider per ogni consegna? «Preferisco non parlare di questo aspetto», risponde il senior marketing manager di Alfonsino. E almeno Alfonsino ha risposto alla nostra richiesta di informazioni. Altri portali di “ristoranti a domicilio” no. Andando a leggere sui singoli siti, nell’area “lavora con noi” nessuno inserisce l’entità dei compensi. Qualcuno sottolinea che le mance eventualmente percepite alla consegna sono tutte del rider. Ecco, forse proprio questi spiccioli alla fine sono il vero “guadagno” di questi nuovi lavoratori. —
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