La vicenda nella quale era rimasta coinvolta è quella di Villa Madrè, presa in affitto dal Comune per l’emergenza abitativa, stessa sentenza per Federici di Apes
PISA. Un’archiviazione sul fronte penale e ora anche una “assoluzione” per danno erariale della Corte dei conti per la vicenda di Villa Madrè, gli appartamenti di Condotte Spa che Apes, su indicazione del Comune, aveva preso in affitto salvo poi annullare gli atti in autotutela.
La Procura contabile aveva invocato la condanna a pagare, con quote diverse, 115mila euro di danni a favore di Palazzo Gambacorti a carico dell’allora assessore all’urbanistica Ylenia Zambito e dell’ex direttore generale di Apes Giorgio Federici. I giudici hanno respinto la tesi dell’accusa non rilevando dolo o colpa grave nel comportamento degli “imputati”, ai quali il Comune dovrà ora pagare le spese legali. Quello che era stato messo in piedi, attraverso passaggi pubblici e votazioni consiliari, altro non era che un tentativo di dare una risposta al problema dell’emergenza abitativa. Nessun favore al privato, né soldi pubblici buttati per superficialità o negligenza. Ci fu chi sollevò obiezioni su merito e metodo dell’operazione, in particolare i Cinque Stelle e alla fine il progetto fu ritirato innescando i suoi strascichi giudiziari. Solo Zambito aveva avuto un procedimento penale per abuso d’ufficio, chiuso con un’archiviazione.
Sul caso la Corte dei conti aveva aperto un’inchiesta dopo un articolo de Il Tirreno nel 2017 delegando le indagini alla Guardia di finanza.
In sostanza l’operazione Villa Madrè vedeva il Comune pagare 140mila euro all’anno (35mila a trimestre versati) a Condotte Immobiliare (proprietaria del fondo sul viale delle Cascine e presente nel cartello di imprese che ha realizzato il People Mover) per affittare 28 appartamenti, di cui 16 riservati a studenti universitari per i quali interveniva in quota parte l'Ardsu.
L’immobile nato per essere una struttura ricettiva-alberghiera, ma rimasto inutilizzato, era stato visto come un’opportunità per dare risposte all’emergenza abitativa mettendo a disposizione appartamenti a un costo più basso rispetto a quello di mercato.
Gli atti del gennaio e febbraio 2014 furono annullati in autotutela da Palazzo Gambacorti dopo lo stop del segretario generale, Angela Nobile. Due i rilievi: l’assenza di una gara pubblica per la nella scelta dell’immobile e la mancanza della Scia, la segnalazione certificata di inizio attività, tanto che, aveva osservato la Nobile «la struttura ricettiva di viale delle Cascine non può dirsi esistente». Quando Comune e Apes si accorsero che il progetto non stava in piedi proposero una risoluzione contrattuale alla proprietà che rispose picche. Nel tempo venne poi raggiunto un accordo transattivo. Il calcolo dei 115mila euro di presunto danno arriva dalla somma dei costi sostenuti prima, durante e dopo l’operazione: 5mila euro di spese legali, 23mila euro di arredi comprati da Apes; 34mila euro di canoni di locazione dal gennaio al giugno 2014; 52mila euro pagati a Condotte nel settembre 2015 per chiudere ogni rapporto tra Apes e privato.
La Procura contabile contestava a Federici e Zambito di aver «caparbiamente realizzato l’operazione avuta di mira, sino al punto di far modificare il regolamento comunale sull’Agenzia Casa, consentendo alla partecipata Apes, affidataria in convenzione della predetta Agenzia, di prendere in locazione, per fronteggiare l’emergenza abitativa, una struttura di carattere ricettivo-alberghiero-turistico, “Villa Madrè, di proprietà di Condotte Spa».
I giudici hanno respinto questa tesi sottolineando che «le voci contestate non sussistano e/o non risultino dimostrate, non emergendo, in particolare, l’inutilità e dannosità degli esborsi in questione. I medesimi esborsi risultano, per contro, effettuati a fronte di una specifica utilità conseguita dall’amministrazione».
E ancora: «Riesce oggettivamente difficile ipotizzare la deliberata violazione di tali obblighi in funzione della realizzazione di un’operazione (che si assume) illecita, attuata con modalità trasparenti, richiedenti la necessaria ed inconsapevole partecipazione di altri soggetti (in particolare, i consiglieri comunali), in grado di autodeterminarsi liberamente nelle loro scelte ed evidentemente ravvisanti la rispondenza dell’operazione stessa all’interesse pubblico».
