Salvini al voto con la polo della Misericordia, il consigliere Tecce al contrattacco: «Tutti zitti quando Zappolini va in piazza contro di noi o indossa t-shirt... accese»
PONSACCO. «Sotto certe tuniche nere, ci sono troppe mutande di bandone rosse». Le elezioni regionali lasciano uno strascico di veleno a Ponsacco, dove la battaglia si è spostata dalle urne alle... magliette. Prima il polverone sollevato dalla polo indossata da Matteo Salvini al seggio di Milano dove si è presentato per votare al referendum. Ora la replica di Antonio Pericle Tecce candidato della Lega al consiglio regionale, che mette nel mirino don Armando Zappolini, il prete di strada che da un anno guida la parrocchia di Ponsacco, uno che non ha mai nascosto le sue posizioni politiche, finendo spesso al centro delle polemiche anche per le trovate anti-Berlusconi, dalla pizzeria della Bandana alla Festa de l’Unità alla t-shirt con la scritta “Silvio illuminaci: datti foo! ” . Una maglietta indossata anni fa, con la relativa foto che periodicamente rimbalza sui social, come era accaduto nel 2018, quando a condividerla fu l’allora sindaca di Cascina, Susanna Ceccardi, che l’aveva accompagnata con un duro attacco: «Questo è il messaggio di pace e fratellanza che porta don Armando Zappolini, don Gallo de noartri. Dice di essere antifascista e pacifista, sempre in prima linea per profughi e rom. Un po’ meno tollerante verso chi la pensa diversamente da lui».
Il nuovo attacco di questi giorni, arriva sempre dalla Lega, ma stavolta viene sferrato dal consigliere comunale Tecce (che ha incassato complessivamente 1.438 preferenze, 405 delle quali a Ponsacco): «Salvini si è presentato al seggio con una maglietta della Misericordia di Ponsacco e si scatena la polemica dei falsi moralisti. Tale scelta, da parte del leader politico non è piaciuta alla Confraternita ponsacchina che ha condannato il gesto e preso le distanze, dichiarandosi, tra l’altro, apolitica. Ricordo un silenzio assoluto quando, a suo tempo, goliardicamente, ma non troppo Zappolini osò indossare una maglietta con scritte troppo “accese” visto il ruolo di sacerdote che ricopre nella nostra Ponsacco. Solito silenzio quando il prete si è recato pochi giorni fa in campagna elettorale a sostegno delle Sardine, solo per il gusto di dare contro alla Lega. Ma ci si scandalizza se un politico indossa una maglietta della Misericordia. Dove sarebbe la blasfemia da condannare? Oserei dire che, sotto certe tuniche scure ci sono troppe mutande di bandone rosso. Adesso giudicatela voi chi indossa la maglietta sbagliata».
Zappolini, per 37 anni parroco di Perignano prima del trasferimento a Ponsacco e attuale direttore della Caritas diocesana, era in piazza Nenni a Cascina con le Sardine il 12 settembre scorso, quando il babbo si Susanna Ceccardi, Roberto, fece irruzione al comizio mostrando un cartello elettorale della figlia, al grido “I fascisti siete voi”. Un’adesione (che potrebbe essere replicata alla prossima iniziativa già annunciata dalle Sardine a Cascina a sostegno del candidato di centrosinistra Michelangelo Betti) tutt’altro che sorprendente, visto che lo stesso parroco in un’intervista al Tirreno aveva definito le Sardine «una bella esperienza contro il razzismo, la violenza, il populismo; un segno di salute che testimonia che non è ancora arrivata la cancrena, che l’organismo reagisce. È una realtà stimolante, che va ascoltata e non deve essere cavalcata da nessuno, qualunque cosa scelgano di “fare da grandi”». Tuttavia, di fronte all’attacco di Tecce, stavolta don Zappolini sceglie il silenzio: «Non ho niente da dire, non voglio commentare».
Intanto il volontario ponsacchino che aveva regalato la polo della Misericordia a Salvini, si è scusato: «C’è stato un confronto con la commissione interna – spiega il direttore dell’associazione, Piero Iafrate –. È stata l’occasione per ricordargli i valori della Confraternita. Lui ha spiegato che quella era la sua maglietta e di averla regalata a Salvini venerdì scorso a Navacchio, come gesto di amicizia, un po ’come si fa nel calcio e che non pensava che Salvini la indossasse per andare a votare. Formalizzerà le scuse anche con una lettera. Per noi il caso è archiviato». —