La madre del bambino investito dallo scuolabus vuole ringraziare attraverso Il Tirreno la comunità che le è stata accanto
DONORATICO. Deborah De Cicco è una mamma straziata dal dolore. E dall’impossibilità di aver salvato il suo adorato bimbo di appena 4 anni. Una ferita profonda, una vicenda terribile. Eppure lei cerca di farsi forza come quando è entrata in chiesa, ai funerali, e si è imposta di non piangere e di sorridere per Thomas. Thomas che a bordo della sua biciclettina ha scavato una voragine in tutta la comunità. Thomas che se n’è andato in una tarda mattina di settembre, a causa di un tragico incidente, travolto dallo scuolabus nel mezzo del paese, nel pieno della vita. Deborah si fa coraggio. E vuole esprimere, attraverso Il Tirreno, tutta la sua gratitudine a chi l’ha stretta in un abbraccio. «Ho ricevuto tanto affetto – racconta Deborah De Cicco - ho sentito che il nostro dolore è stato condiviso da molta gente, con un pensiero, con delle parole, con qualsiasi cosa fatta col cuore. In tanti hanno pianto e hanno sofferto con noi e c’erano per l'ultimo saluto. Una grande ricchezza di abbracci e di baci. Tutto questo – continua - mi ha fatto bene al cuore e all'anima. Sentimenti che si sono scontrati con il silenzio assordante e la calma piatta in una casa che vive di tensione: un sorriso amaro dato al figlio o al compagno un po’ per consolazione e un po’ per la speranza di una ripresa...»
«Credi sempre che a te non possa capitare niente fino a che non succede – continua –. Nonostante mi sforzi mi sembra di cadere sempre più giù, un pò come nelle sabbie mobili, più ti muovi per aggrapparti a qualcosa e più scendi in profondità. Tuttavia, nonostante un perenne dolore e una profonda fitta nel cuore vorrei ringraziare tutte le persone che hanno sperato nell'impossibile e hanno fatto tutto ciò che era possibile per cercare di salvare il mio piccolo Thomas. In particolare la sindaca Sandra Scarpellini, che mi è stata accanto da donna, da mamma, al sindaco di Bibbona Massimo Fedeli per la sua presenza e alla Croce rossa con la sua lucidità e tempestività che hanno garantito il massimo per quello che era possibile. Ancora le imprese funebri, Ugo e Domingo Belcari che sono stati comprensivi, professionali e anche loro umani, nonostante fosse la prima volta che si trattava di un bimbo piccolo. Non lo auguro a nessuno, neppure al mio peggior nemico – conclude - ma a chi ha bimbi chiedo una cosa, un ultimo aiuto: stringeteli forte, viveteveli, assaporate ogni singolo istante, anche quando sono ingombranti. Non importa quanto siete stanchi di lavoro, poi crescono e prendono volo. A volte, purtroppo, come Thomas lo prendono per l'alto dei cieli o chissà dove e i rimpianti saranno peggio di qualsiasi stanchezza del mondo. Indietro non si può tornare».