La giovane pisana ha scoperto di essere stata contagiata dopo il tampone a cui si era sottoposta per scrupolo al rientro dalla Grecia. Nel frattempo però era andata a ballare
MARINA DI PIETRASANTA. Non aveva la febbre, non aveva alcun sintomo correlato al coronavirus, però, per scrupolo e in modo del tutto autonomo, aveva deciso di sottoporsi al test al rientro da una vacanza in Grecia la ragazza pisana che domenica scorsa, dopo avere trascorso una serata al Seven Apples di Marina di Pietrasanta, si è vista certificare l'esito di positività al Covid-19. In attesa di quello stesso esito la giovane si era riappropriata, una volta tornata a casa, della propria vita di sempre: la famiglia, le amicizie, le passioni di ogni giorno. E la discoteca, appunto. Ed è qui che si innesca il problema. Che non è di poco conto.
Sta di fatto che sabato scorso, insieme ad un gruppo di amici, la studentessa - appunto ancora in attesa della risposta del test - decide di recarsi in Versilia, a Marina di Pietrasanta: appuntamento al Seven Apples, celebrato crocevia del divertimento notturno con vista sul mare di Focette. E una volta all'ingresso si vede - come procedura impone - misurare la temperatura. Evidentemente nessun problema visto che la ragazza entra regolarmente e si accosta ad un'ordinaria serata di spensieratezza collettiva. Una serata d'estate come tante altre. Se normale si può definire questa estate sospesa.
La giovane pisana, nella giornata di domenica, si vede comunicare l'esito dell’esame a cui si era sottoposta. E quella dicitura - positiva al Covid - la fa precipitare in un ingorgo di timori, attivando al tempo stesso l'indagine su ogni movimento, ogni incontro, ogni appuntamento. Ed è evidente che quella serata, fra sabato 8 e domenica 9 agosto in discoteca, al Seven, è il passaggio più critico per tutti i contatti, diretti o meno, che si sono venuti a creare.
Nel frattempo il protocollo dell'Asl si mette in moto e predispone tutte le misure inerenti all'anticontagio: si allerta non solo chi ha trascorso la notte di sabato al Seven, ma si apre un confronto anche con il sindaco Alberto Giovannetti, con la Prefettura. E lo stesso Giovannetti ammette che tenere sotto controllo i luoghi dove l'assembramento è quasi fisiologico - vedi le discoteche e non solo - è complicato.
«Siamo uno contro mille» la sintesi del primo cittadino che poi entra nel merito della vicenda. «L’Asl ci ha comunicato un caso di positività. Si tratta di una ragazza residente nel comune di Pisa che aveva trascorso una serata in un locale della nostra riviera. Sta bene. È in corso l’attività di indagine per escludere focolai o altri contagi tra parenti, amici o stretti conoscenti. Al momento, secondo quanto riferito dall’Asl, nessuno dei suoi familiari è risultato positivo e così metà delle persone sottoposte al test con cui era venuta in stretto contatto» precisa Giovannetti che aggiunge: «Non c’è ancora alcuna evidenza che si tratti di un contagio di rientro dall’estero. La ragazza era appena tornata da una vacanza. È una delle ipotesi. È abbastanza però evidente la necessità di un maggiore filtro di controllo per coloro che viaggiano in questo periodo. Al momento tutte le ipotesi sono aperte. Se le indagini confermeranno che non sono stati applicati correttamente i protocolli anti-contagio - prosegue il sindaco - prenderemo i dovuti provvedimenti nei confronti del locale. È molto importante che tutti facciano la loro parte nella lotta al contagio per non vanificare gli sforzi che noi tutti stiamo facendo da mesi ormai e che dovremo continuare a fare ancora. L’età media dei contagiati si è abbassata. Ora sono i giovani i più a rischio che a loro volta mettono in pericolo la salute di genitori ed anziani. Essere giovani non significa essere immuni. Serve maggiore responsabilità e questo è un messaggio che deve partire prima di tutto dai genitori e dalle famiglie quando i loro figli escono di casa. Vanno responsabilizzati. Da soli i comuni, con le sole forze delle polizie locali, non possono riuscire a controllare, vigilare ed intervenire su tutto il territorio. Come ho detto siamo uno contro mille. La vigilanza spetta a tutte le forze di polizia, nessuna esclusa. E noi stiamo facendo una fatica enorme». —