Le comunicazione del premier nell'Aula di Palazzo Madama per difendere la necessità di prorogare fino a ottobre lo stato d'emergenza: "Sarebbe incongruo sospendere bruscamente l’efficacia delle misure adottate". Il presidente del Consiglio ricorda che il 31 luglio perderebbero immediatamente effetto "i poteri della Protezione civile e dei presidenti di Regione" e "decadrebbero 38 ordinanze". Inoltre sottolinea il tema scuola: "Sono più di dieci milioni di persone che dovranno rientrare, serve sforzo collettivo". Dopo gli interventi il voto della risoluzione di maggioranza: compromesso sulla data del 15 ottobre
L'articolo Stato d’emergenza, Conte in Senato: “Proroga inevitabile, serve per efficacia e tempestività. Il Covid non ha ancora esaurito i suoi effetti” proviene da Il Fatto Quotidiano.
Lo stato di emergenza è ancora necessario, “costituisce il presupposto per l’attivazione di una serie di poteri e facoltà necessari per affrontare con efficacia e tempestività le situazioni emergenziali”. Infatti l’emergenza coronavirus “ancora oggi, seppure in misura contenuta e territorialmente circoscritta, non ha ancora esaurito i suoi effetti“. Dopo la difficile trattativa in Europa, Giuseppe Conte si gioca l’ennesima partita in Parlamento e durante le sue comunicazioni difende la necessità di una proroga dello stato di emergenza. “Pur in assenza del vincolo normativo – spiega Conte – ritengo doveroso condividere con il Parlamento la decisione” su una proroga che definisce “inevitabile“. Il premier ricorda infatti che “i numeri registrati dicono che il virus continua a circolare nel Paese. E la situazione internazionale resta preoccupante e ciò che accade nei Paesi a noi vicini ci impone un’attenta vigilanza“. L’ipotesi del governo è quella di prorogare lo stato d’emergenza, in scadenza il prossimo 31 luglio, almeno fino a ottobre. Altri tre mesi necessari, secondo Palazzo Chigi, per controllare la curva epidemica e contenere sul nascere eventuali nuovi focolai. Al termine degli interventi è previsto il voto delle risoluzioni: il testo dovrebbe indicare il 15 ottobre come data di proroga dello stato di emergenza. È il frutto della mediazione per far digerire la proroga ai più scettici tra democratici e renziani: la risoluzione conterrà infatti anche altri paletti, tra cui la possibilità di nuove limitazioni di libertà fondamentali solo per specifici ambiti territoriali e non più sull’intero territorio nazionale. Passato l’esame parlamentare, poi, un nuovo Consiglio dei ministri mercoledì potrebbe ratificare la decisione.
“La mia presenza qui dimostra la massima disponibilità del governo a interloquire col Parlamento e tenere conto delle indicazioni delle Camere con riferimento alla scelta di proroga” dello stato di emergenza, dice Conte al Senato. “Stamane in Consiglio dei ministri abbiamo inserito una mera informativa: non abbiamo assunto nessuna decisione. Dopo aver esaminato tutte le indicazioni e i pareri, incluso uno dell’Avvocatura dello Stato, è emerso l’indirizzo di limitarne l’estensione temporale al prossimo mese di ottobre“, annuncia Conte. “Mi rivolgo alle forze di maggioranza ma anche di opposizione” e “resto fiducioso che possa maturare in quest’Aula con consapevolezza e piena assunzione di responsabilità una convergente valutazione positiva su questo decisivo passaggio da cui discendono rilevanti conseguenze per l’intera comunità nazionale”, avverte ancora Conte.
Di fronte allo scetticismo delle opposizioni, alle critiche di Matteo Salvini e al convegno organizzato da Vittorio Sgarbi in cui è stata anche negata la presenza del virus oggi in Italia, il premier Conte in Senato ricorda innanzitutto che “la dichiarazione dello Stato di emergenza è prevista dal codice di protezione civile: la legittimità di queste previsioni è stata vagliata positivamente dalla Corte Costituzionale“. “La proroga è una facoltà espressamente prevista dalla legge ed è attivabile ove si renda necessaria la prosecuzione degli interventi”, ricorda ancora il premier, specificando anche che “questa esigenza si verifica quasi sempre”. Per questo, è il suo primo argomento, “sarebbe incongruo sospendere bruscamente l’efficacia delle misure adottate se non quando la situazione è riconducibile a un tollerabile grado di normalità“.
Conte pone l’attenzione soprattutto su tutte le misure che il 31 luglio perderebbero immediatamente effetto se non ci fosse la proroga dello stato d’emergenza. Tra queste misure “c’è anche il noleggio di navi per la sorveglianza sanitaria dei migranti“, spiega durante il suo intervento. Così come, se lo stato di emergenza non fosse prorogato, “cesserebbe il coordinamento attribuito alla Protezione Civile così come decaderebbe i poteri straordinari assegnati ai soggetti attuatori, che nella maggior parte dei casi sono i presidenti di Regione. Verrebbe a cessare la sua funzione anche il Comitato tecnico scientifico“. Inoltre, evidenzia sempre il premier, la mancata proroga farebbe decadere “le ben 38 ordinanze, di cui 4 al vaglio della Ragioneria, così come i conseguenti provvedimenti attuativi“. “Ad esempio – cita Conte – decadrebbero le misure per la gestione delle strutture temporanee per l’assistenza alle persone positive, il volontariato di protezione civile, il reclutamento di personale sanitario a supporto delle regioni e dei penitenziari, il numero verde, il pagamento dilazionato delle pensioni negli uffici postali, l’attivazione del sistema Cross, che è la centrale operativa remota di soccorso sanitario”. Il premier ricorda anche il tema scuola: “Sono più di dieci milioni di persone che dovranno rientrare nelle scuole in massima sicurezza, obiettivo che richiede sforzo collettivo elevato, una grande sfida per il paese”.
Conte risponde anche alle accuse di un nuovo ricorso ai Dpcm, i decreti del presidente del consiglio dei ministri: “Quest’accusa si fonda su un evidente equivoco. La proroga dello stato di emergenza sui poteri del presidente del Consiglio di emanare decreti. Il potere di emanare Dpcm è al momento correlato alla data del 31 luglio non perché ci sia una formale connessione tra Dpcm e stato emergenza ma perché questo prevede la norma di rango primario legittimante. La dichiarazione dello stato di emergenza è un presupposto di fatto ma non potrebbe in alcun modo legittimare l’adozione di Dpcm se non fosse affiancata da una fonte di rango primario”, dice Conte, spiegando che, quindi, per rinnovare il potere di emanazione di Dpcm oltre il 31 luglio, servirebbe “un decreto“.
“Il dibattito pubblico è vivace” ma con la proroga dello stato di emergenza “non vi è nessuna intenzione di drammatizzare né di alimentare paure ingiustificate nella popolazione”, né un “ingiustificato stato di allarme”, spiega ancora il premier Conte. Anzi, secondo il presidente del Consiglio con la proroga “continueremo a mantenere in efficienza quel sistema di misure che rendono il nostro Paese più sicuro a beneficio degli italiani m anche degli stranieri che vogliano visitare il Paese”. “L’Italia è vista da tutti come un Paese sicuro proprio grazie al sistema di monitoraggio e precauzione” messo in campo, afferma ancora Conte. “Con tono sommesso dico che anche questo dibattito parlamentare dovrebbe attenersi ai profili tecnici giuridici della decisione perché quando un’impropria drammatizzazione del significato dell’emergenza produrrebbe un potenziale nocumento del Paese all’estero”, aggiunge il premier a Palazzo Madama.
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