Sanjjev Gupta mantiene gli impegni presi e programma i prossimi 10 anni: "Ora acciaio con le energie rinnovabili"
«La nostra idea è abbracciare il futuro in modo green, e quindi produrre acciaio con le energie rinnovabili: questo è il nostro programma per i prossimi 10 anni, un programma molto ambizioso. Del resto le nuove generazioni sanno che questo è il futuro, e Liberty Magona punta sui giovani, che sono il futuro della nostra azienda e della comunità piombinese».
Parla a braccio Sanjjev Gupta, presidente esecutivo di Gfg Alliance, che controlla Liberty Steel, arrivato a Piombino per l’inaugurazione della nuova linea di decapaggio. Un investimento da 5 milioni che ha rianimato un reparto chiuso da 8 anni, mentre con la stessa cifra è stato riavviato un reparto di verniciatura che ha rimesso sul mercato uno stabilimento per anni soffocato dalle strategie del vecchio proprietario, Arcelor Mittal, che penalizzavano il gioiellino piombinese, fabbrica con 130 di storia segnata dall’alto livello di qualità e servizio.
Alla cerimonia, organizzata in modo spigliato, con i dipendenti Magona (in totale sono 525) ma pure l’amministratore delegato Giovanni Carpino e lo stesso Gupta in maglietta polo col simbolo della società, il presidente è arrivato dopo un weekend lungo all’Elba su un megayacht (dove poi ieri ha pranzato con alcuni ospiti), insieme alla moglie e ai tre figlioletti, che hanno tagliato il nastro.
Col management Magona e il gruppo dei giovani neoassunti (81 in un anno) c’erano anche i massimi dirigenti di Jsw, il presidente Virendar Bubbar, il direttore operativo Mohan Babu, il capo del personale Riccardo Grilli, ma soprattutto il nuovo plenipotenziario Marco Carrai, da pochi giorni vicepresidente esecutivo, che con Gupta studia possibili sinergie. C’era anche la politica, col sindaco Francesco Ferrari e il consigliere regionale del Pd Gianni Anselmi.
L’obiettivo green e la fiducia dei giovani sono stati la cifra del discorso di Gupta: «Dopo 12 anni senza investimenti – ha detto il presidente – Magona in un anno ha aumentato la produzione e fatto assunzioni, tutte di under 25 che rinnoveranno l’incredibile storia di Magona. Noi puntiamo sul verde, e questo è solo l’inizio».
Fin qui Gupta, accolto dal mondo dell’acciaio italiano con qualche scetticismo quando nell’affare dell’Ilva di Taranto, Lakshmi Mittal fu costretto a cedere i suoi stabilimenti europei, e il presidente di Gfg, conosciuto all’epoca principalmente come trader, si trovò in mano un gruppo con 30mila dipendenti, l’ottavo del mondo Cina esclusa, ha confermato quanto annunciato giusto un anno fa.
A settembre del 2019 infatti si presentò a Piombino come nuovo proprietario di Magona, a cui lasciò il vecchio marchio affiancandogli quello di Liberty, e annunciò subito 10 milioni di investimenti, puntualmente effettuati e realizzati nei tempi previsti.
Così nel giro di meno di dodici mesi sono state riavviate due linee (in tempi record, grazie al lavoro di un team di 18 magonisti allargato ad altre 86 figure di ditte esterne), sono stati assunti (seppur con contratti interinali) 81 lavoratori, la capacità produttiva è aumentata del 40% grazie appunto al riavvio delle linee di decapaggio e verniciatura.
«Solo il primo passo – secondo una nota dell’azienda – in investimenti strategici da 100 milioni di euro per trasformare Liberty Magona in un fornitore leader europeo di prodotti di acciaio rivestito».
Gupta in un breve incontro con la stampa ha poi ammesso di non essere particolarmente ottimista sulla rapidità dei tempi necessari al mercato per riprendersi dalla crisi post Covid: «Ci vorranno almeno 2-3 anni – ha detto infatti il presidente – per ritornare a una situazione simile alla fase precedente alla pandemia».
Sui prossimi investimenti Gupta non si è pronunciato, «ma certo seguiremo il nostro piano che prevede azioni molteplici».
Infine un cenno alla recente aggiudicazione da parte di Liberty Magona di nuove aree sul porto, che comporteranno una sessantina di assunzioni. Gupta ha confermato che si tratterà di nuovi traffici, «non siderurgici, si tratterà di una base logistica in senso stretto per la movimentazione di merci di varia natura». Del resto Gfg Alliance, il gruppo di cui fa parte l’azienda piombinese, opera in svariati settori: acciaio, alluminio, estrazione mineraria, commercio di materie prime.
Magona aveva chiuso il 2019 con una produzione complessiva di circa 540mila tonnellate, di cui 400mila di zincato e 140mila di verniciato. L’investimento nella verniciatura si proponeva di portare nel 2020 la produzione a circa 610mila tonnellate con una diminuzione dello zincato e un aumento del prodotto verniciato. Previsioni che la pandemia costringerà probabilmente a correggere.
L’Ad Giovanni Carpino nel suo intervento ha voluto citare «l’orgoglio magonista» come motore della rinascita dello stabilimento, in sostanza qualcosa che capiscono solo i piombinesi così da portarlo a usare una metafora calcistica, «quell’attaccamento alla maglia che ha portato a lavorare anche il sabato e la domenica e ha consentito di concludere il revamping del decapaggio due giorni prima della data prevista».
Poi un ringraziamento a Liberty, che in fondo ha ridato vigore a questo spirito di squadra, «perché ci ha dato risorse e autonomia di decisioni. Da qualche mese abbiamo numeri positivi dopo anni di buio, ma sappiamo che questi risultati vanno consolidati, e che la salita è appena iniziata».
