Bonaccini: «Chiudendoli non ci hanno capito, ora spiegatemi come garantire la sicurezza e trovare il personale da mandare in montagna, pagandolo di più»
CASTELNOVO MONTI. La Regione Emilia Romagna anche ieri – come già annunciato più volte negli ultimi tempi – ha confermato che la riapertura dei punti nascita in montagna «è un obiettivo di mandato». E prova così a tranquillizzare chi, dalla maggioranza e dall’opposizione, invoca un programma concreto e definito di riapertura. «Quello che diciamo, lo facciamo– ha affermato Raffaele Donini, assessore regionale alla sanità, ieri in commissione –. Confermo come l’obiettivo di mandato di questa giunta sia il valorizzare e potenziare i piccoli ospedali territoriali, sia riaprire i punti nascita in montagna, per noi prioritari. Ci siamo impegnati fin da subito arrivando a un protocollo per la nascita in sicurezza, poi però abbiamo dovuto fare i conti con l’emergenza coronavirus che ha assorbito tutte le nostre energie. Ma non arretriamo rispetto agli impegni presi».
BONACCINI: «NOI INCOMPRESI»
Sul tema ieri è intervenuto anche il governatore Stefano Bonaccini, nel corso di un seminario web organizzato dalla Cisl-Fp nazionale. «Li abbiamo chiusi, rispettando le regole, ma ora li riapriremo tutti – assicura Bonaccini –. Chiudendoli non ci ha capito nessuno, perché è passato il messaggio non di maggiore sicurezza, ma di un taglio ai servizi. Ora però mi si deve spiegare come garantire la sicurezza delle mamme e dei nascituri e come trovare il personale da mandare in montagna, pagandolo di più. Il problema non è quanto costano ma a cosa servono, anche perché che risparmio volete che sia la chiusura di quattro punti nascita su un bilancio di nove miliardi di euro?»
PD SODDISFATTO
Dal Pd regionale arrivano commenti positivi perché il programma di mandato della giunta Bonaccini contempla «la riapertura dei punti nascita in montagna: per garantire un’assistenza alla nascita di qualità e in sicurezza nei luoghi collocati in zone montane, predisporremo un protocollo operativo sperimentale da condividere con il ministero della Salute». Nell’interrogazione alla giunta presentata ieri in Commissione Politiche per la salute dalla consigliera Pd Roberta Mori, firmata anche dai colleghi reggiani Andrea Costa e Ottavia Soncini, si chiedevano però i tempi e soprattutto i modi della riattivazione di questi «presìdi di prossimità essenziali al benessere delle persone, allo sviluppo demografico e sociale di zone già soggette a potenziale abbandono».
MORI: «OBIETTIVO PRIORITARIO»
L’assessore alla sanità ha rimarcato come l’emergenza pandemica assorba ancora, purtroppo, le energie e le risorse disponibili, né potrebbe essere altrimenti – riferisce Roberta Mori – ma ciò che conta è che la riapertura dei punti nascita resti un obiettivo prioritario della Regione sul quale ci misureremo. E su questo le parole di Donini ci soddisfano».
Donini ha ricordato che la riapertura di Castelnovo Monti, al pari degli altri tre punti nascita chiusi in Emilia-Romagna nel 2017, era tra le azioni prioritarie e già intraprese prima che scoppiasse la pandemia, tanto che si stava predisponendo un protocollo operativo sperimentale con il coinvolgimento dei territori. L’assessore ha assicurato che, prima possibile, «appena l’epidemia e le sue ripercussioni ci daranno respiro», la giunta regionale riprenderà in mano sia la sperimentazione per garantire l’apertura in una massima sicurezza, sia la revisione dei parametri nazionali in sede di Conferenza Stato-Regioni.
«È importante che l’assessore abbia rimarcato anche la necessità e urgenza di un percorso sicuro, assistito e protetto per le partorienti, nascituri e operatori sanitari in tutti i territori dell’Emilia-Romagna – riferisce Roberta Mori – compresi i servizi per sostenere la genitorialità nell’ambito di un potenziamento delle reti ospedaliere e socio-sanitarie».
SONCINI: «SANITA’ DI PROSSIMITA’»
«Poter contare sulla riapertura dei punti nascita nelle zone montane – afferma la presidente della Commissione regionale Sanità, Ottavia Soncini – significa garantire una sanità di prossimità, presente sul territorio e vicina alle persone con gli standard elevati che caratterizzano l’eccellenza della nostra Regione».
«Saremo vigili sul percorso della Sanità e della giunta regionali in materia, puntando a una riattivazione del percorso verso la riapertura dei punti nascita già a partire dal prossimo autunno – conclude Roberta Mori – perché i nostri territori e le comunità se lo aspettano e perché questa misura serve a migliorare la qualità sanitaria complessiva. Inoltre, spesso l’Emilia Romagna è laboratorio, in campo sanitario, per misure nazionali e vorremmo lo fosse in particolare per rivedere i parametri di sicurezza che hanno portato a chiudere servizi così essenziali in tante località del Paese». —
© RIPRODUZIONE RISERVATA