Nel suo curriculum anche un’evasione e una fuga gettandosi da un’auto in corsa. Condannato per l’ultima raffica di furti ai danni di turisti
Professione: ladro. Non è del romantico Arsenio Lupin che stiamo parlando e neppure di Robin Hood, bensi di un molto più freddo e materialista uomo di 53 anni, Paolo Dori, veronese residente a Vicenza, difeso di fiducia dall’avvocato Alessia Crapis, che il giudice del tribunale di Pordenone Rodolfo Piccin (pm Maria Grazia Zaina) ha condannato a 6 anni e 8 mesi di reclusione – per una serie di furti e altri reati – e dichiarato delinquente abituale e professionale. Cosa che gli costerà, una volta espiata la pena (attualmente è detenuto nel carcere di Ferrara), altri due anni di libertà vigilata.
Il suo “curriculum” è ricco di... avventure penali di vario genere, come quella dell’agosto 1999, quando era evaso dal carcere di Tolmezzo e per evitare di essere consegnato dalla gendarmeria austriaca alla Polizia di frontiera italiana, si era gettato dall’auto in corsa, a pochi passi dalla stazione ferroviaria di Tarvisio, salendo su una vettura che lo aspettava con il motore acceso e allontanandosi, grazie all’intervento di un’altra vettura sulla quale c’erano suoi amici e parenti. Era stato ripreso due giorni dopo mentre scendeva da una corriera alla stazione di Udine. Arrestato per evasione, si era visto notificare ordini di carcerazione per oltre sette anni.
L’ultimo caso, invece, riguarda continui “saccheggi” messi a segno all’interno di campeggi di Caorle, una delle mete delle vacanze predilette dai pordenonesi. In particolare, a maggio 2016 Dori si era introdotto nella casa mobile di un turista tedesco al campeggio “Il Tridente”, rubando telefoni cellulari, televisore, portafogli, occhiali e infine l’auto parcheggiata appena fuori, grazie alle chiavi trovate assieme al resto del bottino. Il mese successivo al “Laguna village” in un’altra casa mobile aveva sottratto un computer portatile, un tablet, un iPad e portafogli con soldi, documenti e carte di credito, prontamente utilizzate per effettuare prelievi di contanti a Caorle, un tentativo d’acquisto di scarpe da Pittarosso a Jesolo, altri tentativi d’acquisto e di prelievi.
Sempre a giugno 2016, al campeggio “Santa Margherita”, aveva dimostrato anche una certa abilità... tecnologica, riuscendo a intervenire sulla chiusura centralizzata di un camper per rubare dal quale un borsello con 300 euro in contanti, documenti, bancomat e carte di credito. Da un altro caravan, forzando le serrature, aveva sottratto 200 euro in contanti, valuta straniera, sei carte di credito, utilizzate per acquisti di abbigliamento per 560 euro.
Inoltre, con l’auto rubata al campeggio “Il Tridente”, intercettato da una pattuglia di carabinieri, si era dato immediata mente alla fuga, guidando in modo pericoloso ad altissima velocità, costringendo i militari a raggiungere punte di 200 km orari, sino a finire fuori strada dopo aver urtato la barriera di una rotonda in località Stretti e ad abbandonare la vettura per darsi “alla macchia”.
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