Ieri sera ho passato 1 ora e.42 minuti Sotto il sole di Riccione su Netflix. Avevo prenotato da due ore le vacanze. In montagna, per un attacco di salutismo post lockdown tradendo una lunga tradizione di estati sull’Adriatico. Ho messo il pollice alzato a fine film e, niente, mi era passata la voglia di marmotte e stambecchi e sognavo solo sapore di mare e sabbia nel costume. 

Sotto il sole di Riccione è il miglior spot che la riviera romagnola poteva desiderare e conquista con il suo racconto di un’estate emozionante ma semplice, quella di una vacanza per l’appunto di genuina semplicità

Ne firma la sceneggiatura Enrico Vanzina (assieme a Caterina Salvadori e Ciro Zecca) ma non lascia l’amaro di Sapore di mare, capostipite da quasi 40 anni di ogni commedia estiva italiana. Non può dirsene nemmeno figlio, nonostante la presenza di Isabella Ferrari (per tanti la Selvaggia di quel cult Anni Ottanta per sempre), è una cosa che piuttosto si addice alla serie Summertime, uscita sempre su Netflix un paio di mesi fa.
Il progetto Sotto il sole di Riccione è nato attorno al titolo di una canzone dei Thegiornalisti e prevedeva il cameo di Tommaso Paradiso, ma non sembra davvero l’erede del musicarello anni 60 (come quelli con Al Bano e Romina o Morandi), così come non si può nemmeno dire che assomigli a operazioni come Jolly Blu, Albakiara o Un’avventura. 
Per dire cos'è questo film, servono più metafore che riferimenti (che poi assomiglia proprio al modo in cui nascono certi versi di Paradiso). 

Sotto il sole di Riccione è come bere una gazzosa o come il vento sotto la maglietta: rinfrescante intrattenimento che si appoggia su un insieme di piccoli racconti che un po’ li hai visti altrove ma non sono proprio gli stessi, un po’ li hai vissuti o sono immersi in una realtà in cui in qualche modo rispecchi i tuoi ricordi e le tue “aspirazioni” mentre sei ancora in ufficio. È un momento di relax con una partitura che non annoia, come fa invece la metà delle fiction, un momento di svago con un ottimo ritmo alla regia. E se il ritmo c'è e ti prende non è un caso perché a dirigere i giochi è la coppia YouNuts! che ormai rappresenta il corrispettivo italiano dei fratelli Duffer, quelli di Stranger Things, per capirci: abili registi e collettori di cultura pop che sanno rinnovare in pieno un settore, nel loro caso quello dei videoclip (ora, forse, anche quello dei film, chissà).

Infine ci sono i ragazzi, perché l’estate e le spiagge sembrano nate per i ragazzi e le emozioni dei 15-25 anni che per settimane si intrecciano dentro giornate tipo che vedono nel bar della spiaggia e nel torneo di beach volley il trampolino per tutte le pieghe che può prendere la vacanza. 
Da questo punto di vista il film poggia su un gruppo di giovani attori che alternano cinema a piccolo schermo - Saul Nanni, Lorenzo Zurzolo, Cristiano Caccamo, Matteo Oscar Giuggioli, per esempio -, che qui sono convincenti e sciolti come fossero in vacanza sul serio (e forse, sì, un po’ ci si sono sentiti)

Nella sua trama semplice semplice per quanto le storie e le coppie sceniche siano tante, Sotto il sole di Riccione è puro intrattenimento ben servito e senza altre pretese che non sia il risolversi in una bella sensazione, quella che poi ti porti a casa finita la vacanza e spento l’ultimo falò

Non è un film che cambia le cose o aggiunge qualcosa a un genere, ma ti lascia sorridente ed è un pregio anche questo. Semplice, leggero, facile non significa per forza mediocre o mal riuscito. E dopo la primavera terribile che siamo lasciati alle spalle, ciò che è semplice, solare, arioso, sorridente, facile è forse la cosa che agogni di più.

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