Le indicazioni sugli esami e su come vengono gestite le chiamate dagli operatori della Cri
UDINE. Prenderanno il via mercoledì 27 maggio i test sierologici previsti nell’ambito dell’indagine di sieroprevalenza coordinata da Ministero della Salute e Istat, con l’obiettivo di mappare la diffusione del coronavirus in Italia. In Fvg saranno 7.900 le persone che saranno sottoposte al prelievo nei 21 ambulatori individuati dalla Regione o, in caso di difficoltà oggettive, direttamente a domicilio, grazie al fattivo impegno della Croce Rossa regionale.
Ma come funziona il test? Quanto sangue viene prelevato dagli operatori incaricati? Le risposte arrivano dal protocollo metodologico firmato dal Ministero.
Il tipo di kit
Forniti da Abbott, i kit sono di tipo Clia o Elisa per la rilevazione di IgG specifiche, ovvero gli anticorpi neutralizzanti delSARS-CoV-2. I kit sono validati da laboratori qualificati o agenzie regolatorie presenti a livello nazionale o internazionale, devono avere specificità non inferiore al 95% e sensibilità non inferiore al 90% e capacità di applicazione su larga scala; rapidità di produrre il risultato dell’indagine.
Come avviene il prelievo
l kit per il prelievo è composto da provette sottovuoto da 5 ml da sierologia con gel sterili, di materiale plastico, centrifugabili, marcate Ce Ivd; aghi a farfalla per prelievo venoso (uso pediatrico) con raccordo, sterili, esenti da lattice; adattatore luer mono-uso per aghi a farfalla, sterile, esente da lattice; camicia monouso per prelievi, trasparente, non sterile, esente da lattice. Il prelievo venoso prevede la raccolta di 4 millilitri in provetta da siero. Le unità di prelievo aggiuntive a dipartimenti, centri, case della salute, aziende e altre strutture territoriali regionali che si occupano dei prelievi, dovranno curare il trasporto al laboratorio delle provette. I campioni raccolti negli appositi punti di prelievo (in Friuli sono i 21 hub individuati negli ambulatori di ospedali e distretti), verranno etichettati con le etichette elaborate dalla piattaforma informatica che verranno predisposte prima del prelievo e stampate dagli utenti profilati e riporteranno: codice regione, codice laboratorio, la dizione “Indagine Siero-prevalenza”, nome e cognome paziente, codice a barre. La destinazione finale, in Fvg, è Monfalcone, dove convergeranno per le analisi tutti i campioni di siero prelevati.
Che fine fa il “resto” del siero
I codici a barre verranno acquisiti nel sistema Architect al momento dell’esame di laboratorio ed associati al risultato del test che dal sistema centrale Abbott sarà trasmesso in automatico, giornalmente, alla piattaforma informatica a supporto dell’indagine di sieroprevalenza. Se la procedura automatica non sia applicabile, i laboratori provvederanno a caricare i risultati dei test nella piattaforma attraverso le funzioni appositamente predisposte per l’inserimento massivo degli esiti.
I laboratori, inoltre, comunicano i risultati delle analisi svolte all’interessato. Al termine della fase di prelievo e analisi da parte dei laboratori, i campioni residui “aliquotati”, congiuntamente ai relativi file anagrafici e posizionali, saranno trasportati, a cura della Croce Rossa la Banca Biologica nazionale dell’Istituto Nazionale Malattie Infettive “L. Spallanzani”, per eventuale futuro impiego con finalità di tipo scientifico. I soggetti partecipanti allo studio forniranno uno specifico consenso per l’impiego o meno del materiale biologico residuale per dette finalità.
Telefonate e problemi
Potrebbe riscontrarsi – evidenzia il protocollo - l’ipotesi che il telefono sia utilizzato da persona diversa dall’intestatario, in questo caso l’operatore dovrà essere formato a spiegare l’importanza di somministrare il questionario all’individuo campionato, chiedendo se possibile il numero corretto. Poiché potrebbero rimanere numeri non raggiungibili per vari motivi, si provvederà attraverso le Regioni e le province autonome ad avere un contatto con le unità anche attraverso il medico di medicina generale o pediatra di libera scelta. Alla fine di tutti i tentativi, il soggetto sarà dichiarato “non raggiungibile”.
Altra criticità potrebbero riscontrarsi nel rifiuto a sottoporsi all’indagine fin dal primo contatto. L’operatore telefonico cercherà di convincere il soggetto (anche rimandando la decisione finale di qualche giorno). In caso negativo, il soggetto verrà dichiarato “rifiuto al primo contatto”. Infine, potrebbe verificarsi il caso della persona che accetta ma non si presenta all’appuntamento. In questo caso gli operatori devono ricontattarla per verificare in concreto l’indisponibilità. Alla fine del processo il soggetto sarà “rifiuto all’appuntamento” ovvero “arruolato”.
In Friuli l’adesione è fin qui massiccia, “sopra alla media del resto delle regioni”, spiega la presidente della Cri Fvg, Milena Cisilino. Tante le richieste ai centralini della Croce Rossa di persone che vorrebbero volontariamente sottoporsi al test: un’eventualità questa non prevista dalle linee guida ministeriali.