«Le decisioni per la realizzazione della nuova Questura di Venezia, nell’area dell’ex scuola Monteverdi a Marghera, sono un esempio concreto di quanto l’Ance va segnalando: normative disattese e inadeguatezze decisionali non permettono di realizzare opere di qualità in tempi certi».
Duro il presidente di Ance Veneto, Alessandro Gerotto, che commenta l’iter di esecuzione della nuova Questura di Venezia a Marghera, che dovrà essere appaltata con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa per un importo complessivo di 48 milioni di euro, finanziata dal ministero dell’Interno e progettato dal raggruppamento temporaneo di professionisti composto da Mca Mario Cucinella Architects s. u. r. l. (mandataria), Icis srl, Ing. Francesco Ossola, Gae Engineering srl, Manens spa.
Sul tappeto uno degli interventi più attesi degli ultimi anni, che rischia, secondo Ance, di non vedere luce o di rimanere nel guado. Spiega: «Si tratta di un progetto da circa 50 milioni di euro che ha avuto il via libera dall’amministrazione metropolitana nel settembre scorso, ma che non tiene conto dell’aggiornamento del prezzario regionale avvenuta prima dell’estate e dove la stazione appaltante pratica un taglio lineare senza motivazioni».
Prosegue: «Lo ha dichiarato più volte anche la nostra presidente nazionale, Federica Brancaccio: stiamo rischiando il fermo di tanti cantieri importanti perché il caro materiali non viene compensato e ora aggiungiamo anche il mancato aggiornamento dei prezzi di mercato. Così non andiamo da nessuna parte». «Ricordo», precisa Gerotto «che la stessa Autorità Anticorruzione dice che le stazioni appaltanti sono tenute ad applicare i prezzari regionali aggiornati e, come se non bastasse, al progetto per la realizzazione della nuova Questura di Venezia è stato applicato un taglio lineare del 17% che non è motivato e l’opera viene posta a base di gara a 39 milioni di euro. Non è comprensibile come si possa realizzare un’opera che parta da una base d’asta insufficiente a coprire i costi di esecuzione.
In questo modo si ostacola la partecipazione alla gara perché si rende impossibile formulare un’offerta economicamente sostenibile per le aziende. Già se si dovesse decidere di non compensare l’aumento dei costi dei materiali, che ora è sopra il 30% rispetto agli anni pre-pandemia, molti cantieri rischiano di fermarsi».
Non solo: «Se poi si aggiungono situazioni come quella della nuova Questura di Venezia, allora significa o che non si è capita la reale situazione o si finge di non volerla capire. Tagli lineare dei prezzi non motivati, applicazioni di prezzari superati, mancata consapevolezza del costo dei materiali non possono che creare situazioni illegittime, distorsioni del mercato e, soprattutto, opere che verranno realizzate con enormi ritardi e di pessima qualità».
Ribatte la Città metropolitana: «Il progetto è stato redatto in un periodo in cui si è avuto l’aumento dei prezzi per il fenomeno del caro materiale e per il quale il Ministero degli Interni ha sopperito con ulteriore risorse di 8 milioni di euro portando il finanziamento a 48 milioni di euro complessivi». E chiarisce: «Il progetto, redatto da un raggruppamento di progettisti la cui mandataria è lo studio di progettazione Cucinella, acquisito dalla Città metropolitana di Venezia a maggio 2024, è stato calcolato sulla base del prezzario vigente al momento della redazione (2023) a cui è stato applicato un taglio del 17%», ammesso dalla delibera di giunta regionale.
«In merito ai prezzi finali applicati», fa sapere la Città metropolitana «si ritiene che la procedura sia in linea con i dettami del codice e dei principi in esso contenuti e che il costo complessivo dell’opera a base di gara sia congruo». Chiude: «L’interesse per l’appalto, è suffragato dalle decine di richieste di accesso ai documenti di gara pervenute da diverse imprese di costruzioni provenienti da diverse regioni italiane. Infine, si evidenzia che il bando è costruito in maniera da dedicare ampio peso alla parte tecnica (85 punti) piuttosto che a quella economica, disincentivando quindi ribassi sconsiderati».
Anche non ci sta: «La norma dice che il prezzario da usare è quello in vigore all’approvazione del progetto, quindi 2024, e non alla sua redazione. Il taglio dei prezzi è ammesso fino al 20% se supportato da analisi giustificative, nel progetto non ne è presente neanche una»