Presidente dell’Associazione Familiares de Desaparecidos y Detenidos por Razones Políticas. I volantini durante Italia-Germania nel ’78, l’inseguimento di Wojtyla... se ne va un pezzo di lotta ai generali argentini
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I volantini durante Italia-Germania nel ’78, l’inseguimento di Wojtyla... se ne va un pezzo di lotta ai generali argentini Prima di morire, aveva chiesto di venire salutata con un bel tango, lei che in vita, a dispetto di tutto, non aveva mai perso il sorriso. Angela Boitano, da tutti conosciuta come “Lita”, se ne è andata ieri a 92 anni, dopo un lunga malattia, a pochi giorni di distanza dalla scomparsa di un’altra grande lottatrice per i diritti umani, Nora Cortiñas. Presidente dell’Associazione Familiares de Desaparecidos y Detenidos por Razones Políticas, Lita era fra le più note madri di origine italiana impegnate nella ricerca dei figli scomparsi, insieme a Estela Carlotto e a Vera Jarach. E in Italia, dove è vissuta per diversi anni in esilio, e dove ha testimoniato sia al primo che al secondo dei processi sui desaparecidos italiani in Argentina, sono in tanti a ricordarla con affetto: «È stata la madre di tutti noi esuli a Roma», ha commentato per esempio Claudio Tognonato. Nel 2001, il presidente Ciampi l’aveva pure nominata Commendatore al merito della Repubblica. Nata a Buenos Aires nel 1931 da un’emigrante veneta arrivata in Argentina già incinta di lei, Lita, fin da giovanissima simpatizzante del peronismo, si era sposata a 20 anni con Miguel Boitano, rimanendo vedova nel 1960, a soli 37 anni. Nel 1952 aveva dato alla luce la sua prima figlia, Adriana, e quattro anni più tardi Miguel. La dittatura militare gliel’ha strappati via entrambi: Miguel il 29 maggio del 1976 e Adriana il 24 aprile del 1977, sotto i suoi stessi occhi, mentre andavano a messa. «Mamma, l’unica cosa di cui ho paura è il dolore», le aveva detto lungo la strada. Per ritrovarli aveva fatto di tutto. Si era pure spinta, durante la partita tra Germania e Italia ai mondiali di calcio del 1978, a distribuire volantini contro i crimini della dittatura. E l’anno successivo aveva anche rincorso Giovanni Paolo II a Puebla, in Messico, sperando – invano – di essere ricevuta.L'articolo Memoria. Addio a Lita Boitano, sorriso eterno della battaglia per i desaparecidos sembra essere il primo su Micciacorta.