I quartieri protagonisti dei falò dopo due anni di stop: fuochi affollati anche a Baldasseria Alta e Godia: incerte le indicazioni arrivate dal fumo, che si è diretto a sud-est
UDINE. Recita l’adagio: «Se il fum al va a soreli a mont, cjape il sac e va pal mont; se il fum invezit al va de bande di soreli jevât, cjape il sac e va al marcjât». Ovvero: se il fumo va a occidente, prendi il sacco e va per il mondo; se il fumo invece va a oriente, prendi il sacco e va’ al mercato.
La tradizione dei fuochi epifanici, in fondo, fa provare a chiunque assista all’accensione delle pire il brivido dell’aruspice: occhi puntati al bagliore dei roghi e alla direzione del fumo.
Che anno sarà? A Udine la risposta è appannaggio dei tre quartieri che hanno scelto, dopo lo stop dettato dalla pandemia, di non interrompere un rito secolare.
In Baldasseria Alta legna e covoni hanno bruciato «subito bene, senza stentare», sentenzia Luciano Gon, citando proprio il proverbio friulano. «Il fumo si è poi diretto verso il mare: quindi il pronostico è incerto».
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Quel che è certo è invece il successo dell’iniziativa, come da tradizione portata avanti dagli agricoltori del quartiere e dal locale gruppo alpini. «Eravamo almeno seicento, è stato bello ritrovarci e il nuovo posto scelto per l’iniziativa è piaciuto a chi ha partecipato».
A rappresentare il Comune c’era l’assessore Alessandro Ciani e ha fatto capolino anche Alberto Felice De Toni, candidato sindaco del centrosinistra.
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Con tanto di fascia tricolore, il sindaco in carica, Pietro Fontanini, è arrivato in vespa (portando una befana) per accendere il l pignarûl di Laipacco: a fare da maestro di cerimonia, in questo caso, Renato Cigalotto, consigliere circoscrizionale e anima del Circolo Ricreativo che organizza l’appuntamento. «Il fumo è salito lento lento verso l’alto, prima di piegare verso destra», ha raccontato Maria Stella Masetto Lodolo, pure lei del consiglio di quartiere Laipacco-San Gottardo.
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Uno spettacolo pirotecnico suggestivo ha concluso invece l’iniziativa dell’Epifania a Godia, alla presenza del vicesindaco Loris Michelini: «Mi sono commossa a vedere i fuochi», racconta Stefania Tusini dell’Afds di Godia, che con l’associazione sportiva Fulgor, gli alpini e il Gruppo giovani ha organizzato l’iniziativa nell’area a ridosso del campo sportivo. «Siamo felicissimi, soprattutto perché abbiamo visto tante persone contente di essere tornate a celebrare con questo appuntamento tradizionale il 6 gennaio: è stato come sancire la ripartenza», commenta Romina Bertolutti, della Fulgor. E il fumo cosa ha detto? «È andato in direzione sud-est, quindi i presagi dovrebbero essere buoni», aggiunge Tusini.
Per accompagnare il brulè, oltre al minestrone degli alpini, una leccornia a chilometro zero: il bombolone con le patate di Godia. —
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