Recuperato il corpo del bimbo che l’acqua aveva strappato alla mamma, la disperazione del papà: «Ho sperato che non lo ritrovassero più»
Ci sono dodici chilometri tra il punto in cui l’automobile di Silvia Mereu è stata travolta dal Nevola in piena, la notte di giovedì 15 settembre, e il punto in cui suo figlio Mattia, 8 anni, che viaggiava con lei, è stato ritrovato ieri senza vita, dopo una settimana di ricerche. Ce ne sono 51 tra la casa del padre e dei nonni, nel comune di Barbara (da cui il bimbo e la madre erano partiti poco prima che si scatenasse l’alluvione che ha piegato le Marche), e la medicina legale di Ancona. Guidando per quella strada, Tiziano Luconi risponde al telefono e dice: «Io non riesco a parlare. Lo sapevo che per mio figlio le speranze erano deboli, quasi mi auguravo che non lo ritrovassero più. È un momento tremendo. Chiedo scusa». Decide di tirare dritto e non fermarsi anche se dovrà passare accanto al luogo che ora i Carabinieri hanno recintato con le fettucce. I Vigili del Fuoco hanno appena completato il recupero del corpo del piccolo. Lui e Silvia, che nel nubifragio si è salvata per miracolo, ma ha perso la stretta di questo bambino autistico che in paese tutti adoravano, erano coi sommozzatori e gli altri soccorritori più a monte fino a poco prima. Ora, sono chiamati a svolgere le pratiche di rito.
«Era completamente coperto di fango, indossava una maglietta gialla e verde», ha detto la donna che ha avvistato per prima il corpo di Mattia, mentre ripuliva dai detriti l’asilo nido privato che gestisce in località Santissima Trinità, comune di Trecastelli, Ancona. Questo municipio nelle colline sopra Senigallia, così come Barbara, ha subito danni gravissimi e registrato una morte. Grazie al particolare dell’indumento, di cui era stato trovato un brandello tre giorni dopo la scomparsa del bimbo, non ci sono stati più dubbi sull’identità della dodicesima vittima, che è poi stata confermata anche dalla Prefettura, con queste parole: «In relazione alle incessanti attività di ricerca di tutte le forze in campo, si comunica che è stato rinvenuto uno dei dispersi, si tratta di un minore». Fino a ieri mattina, i dispersi erano due: Brunella Chiu, 56 anni, travolta mentre cercava di fuggire in macchina insieme alla figlia Noemi (17enne, deceduta), e Mattia. Al momento della scomparsa, l'auto della madre viaggiava a un centinaio di metri da quella guidata dall’unica persona che ancora non è stata trovata.
Date le condizioni quasi impraticabili dell’alveo del Nevola (affluente del Misa, a sua volta straripato in più punti a valle, fino ad allagare Senigallia, e ora stravolto dalla piena), la signora che ha visto il cadavere ha chiamato Alessandro Bedetta, il proprietario del terreno adiacente al luogo in cui si trovava, perché fosse lui ad avvicinarsi. «Sapevo che c’era un bambino disperso, ma non ricordavo come si chiamasse - ha detto l’agricoltore ai cronisti -. Comunque, sono stato subito certo che fosse lui». Come conferma lo stesso Bedetta e diversi altri residenti del luogo, «sono giorni che gli elicotteri sorvolano la zona», ma le squadre che si muovono a terra non avevano ancora battuto quel tratto di fiume.
Con queste squadre, è stato presente fin dall’indomani dell’alluvione il sindaco di Barbara, Riccardo Pasquini. «In questi giorni abbiamo lavorato senza sosta insieme ai Vigili del Fuoco, la Protezione Civile, tutte le forze dello Stato, i volontari. Speravamo davvero di poterlo trovare vivo. Adesso non mi resta che presentare le condoglianze alla famiglia di Mattia e portare avanti le ricerche per l’altra nostra cara concittadina Brunella, che è ancora dispersa», ha detto ieri sera, mentre entrava all’ennesima riunione per gestire l’emergenza di un distretto che, da solo, conta almeno tre morti.
Ferita e con sintomi di ipotermia, Silvia, la mamma del bambino, aveva passato cinque giorni in ospedale, dopo essere stata ritrovata tra gli sterpi. Appena dimessa, era corsa accanto all’ex compagno per partecipare alle operazioni di ricerca. Non aveva mai smesso di chiedere del figlio, da quando se ne era separata in piena burrasca. «So che trovarlo in vita è impossibile, ma voglio almeno una tomba su cui piangere», aveva detto una volta arrivata sul posto. Per primo era stato ritrovato quello che si crede possa essere un brandello della maglietta, poi il suo zainetto. Per terza, era stata recuperata l’automobile in cui viaggiava e, all’interno, le scarpine che si toglieva sempre quando ci saliva. Da ieri e una volta conclusi gli esami obbligatori che incominceranno oggi, si potrà dare sepoltura alla più giovane vittima di questa tragedia.