MONFALCONE. Ad osservarlo con attenzione, il dualismo tra Monfalcone e Gorizia in nome di Tullio Crali pare davvero una storia infinita. Il pittore aveva a lungo vissuto nel capoluogo isontino. Di conseguenza, sarebbe logico che fosse Gorizia a celebrarlo, come peraltro già aveva fatto nel passato. Invece, è stata Monfalcone a organizzarne due retrospettive a distanza di pochi anni, entrambe allestite negli spazi della Galleria comunale d’arte contemporanea, entrambe curate da Marino De Grassi. La prima, “Crali e il Futurismo. Avanguardia culturale” era stata realizzata nel 2019. La seconda, “Crali aeropittore, sempre futurista” è in corso e da pochissimi giorni si è arricchita con tre nuovi lavori, aventi stretti collegamenti con Gorizia.
Oltre al dualismo, l’artista alimenta insomma una collaborazione tra le due città. Al punto che è il capoluogo isontino, per così dire, a portare acqua al mulino della mostra, specie per quanto riguarda i tre recenti prestiti. Il primo è un bozzetto per il grande dipinto intitolato “Veduta aerea del Castello di Gorizia”, che è presente in mostra ed è di proprietà dei Musei provinciali. Il bozzetto, invece, è inedito e appartiene a un collezionista goriziano, che preferisce mantenere l’anonimato.
«L’architetto Vilma Canton aveva segnalato l’esistenza di quest’opera a Maria Masau Dan, già direttore dei Musei provinciali e del Museo Revoltella – afferma Marino De Grassi –. A sua volta, Masau Dan ha parlato del lavoro a Diego Kuzmin che ne ha scritto su Il Piccolo nella sua rubrica domenicale e mi ha domandato se fosse possibile esporlo in mostra. Prima di rispondere positivamente alla sua richiesta e di parlare con il proprietario del bozzetto per ottenere il suo benestare all’operazione, ho però dovuto compiere ricerche sulla sua autenticità. Ebbene, essa mi è stata garantita dalla famiglia Crali; inoltre, andando a rileggere l’autobiografia dell’artista, ho trovato un singolare episodio: Crali, nel 1946, era stato tra gli organizzatori, al Castello di Gorizia, del premio Dama Bianca, che prevedeva l’attribuzione di un riconoscimento per la poesia (andato a Biagio Marin) e di un altro premio per la pittura (vinto da R. Daneo). Per l’occasione, e lo racconta proprio nell’autobiografia, aveva esposto quel bozzetto realizzato in tempi di guerra e che troviamo per la prima volta da allora presentato al pubblico. E a mio parere si tratta di un lavoro ancora più bello, più futurista, più dinamico del grande dipinto dei Musei provinciali».
Il secondo quadro che, da pochi giorni, è presente in mostra ha invece per titolo “Il pilota”. «Al termine di una visita guidata da me condotta qualche tempo fa – racconta ancora De Grassi – sono stato avvicinato da Claudio Stacchi, noto odontoiatra goriziano, che mi ha detto di possedere alcune opere di Crali, tra cui “Il pilota”, che mi pare estremamente interessante. Già sapevo che l’esposizione si sarebbe arricchita con il “Bozzetto per la veduta aerea del castello di Gorizia” e quindi mi è sembrato perfetto impreziosirla anche con un altro dipinto». Per quanto riguarda il terzo lavoro esposto di recente, non si tratta di un dipinto, ma di un lussuoso abito da sera ideato, sotto la guida della docente Roberta Calvo, da Filippo Radin, studente al liceo artistico Max Fabiani di Gorizia. L’abito si ispira a un quadro in mostra, dipinto da Crali per la Pattuglia Acrobatica Nazionale delle Frecce Tricolori