Operatori e utenti contestano la riforma dei Csm: «Stanno devastando un patrimonio della città»
TRIESTE. «Stanno devastando un patrimonio della città». «Sono la mamma di un ragazzo in cura nei centri di salute mentale e non è giusto quello che vogliono fare». Sono alcune delle voce del centinaio di persone che ha preso parte giovedì sera al presidio di largo Barriera organizzato da un comitato spontaneo di cittadini. Nel mirino la bozza di Atto aziendale di Asugi che prevede il dimezzamento dei Distretti e dei Centri di Salute mentale, contro cui è stata già presentata una raccolta di oltre 2.400 firme al governatore Massimiliano Fedriga.
Sul muro, dove un tempo campeggiavano le pubblicità, sono state proiettate delle scritte tra cui “basta svendita della sanità”. Elena è una utente e, insieme alla volontaria F., spiegano come «nei centri di salute mentale fino ad oggi era possibile essere accolti e ricevere rassicurazioni dal personale. Se venissero tagliati i servizi, come vogliono fare, sarebbe una catastrofe. L’atto aziendale è molto grave in quanto sono strutture che danno un supporto continuo».
«Mi è successo di stare male alle tre di notte - prosegue Elena - e il personale è stato determinante nel darmi un aiuto. Con questa riforma se dovessi stare male in piena notte che fine farei? Finisco in un reparto di diagnosi e cura legata a un letto. Vogliono ritornare indietro creando dei piccoli manicomi. Grazie anche al loro impegno oggi sono una operatrice culturale e ho un lavoro».
Tra gli interventi anche quello perentorio della mamma di un ragazzo seguito da 25 anni dai Csm: «Non toccateli». Alla manifestazione erano presenti anche gli esponenti di Un’Altra Trieste, Kevin Nicolini consigliere comunale e operatore nel settore, spiega che «abbiamo supportato e promosso questa iniziativa per ribadire la contrarietà al taglio dei servizi. Con l’Atto aziendale proposto sarà il cittadino a doversi costruire il “vestito” e non più il servizio che lo farà per il cittadino. Non sono previste strutture di comunità e allora è lecito chiedersi quale sarà l’assistenza territoriale. Trieste, inoltre, è una eccellenza nella salute mentale e ora si vogliono ridurre i servizi in particolare in un periodo in cui c’è una crescita del malessere psicologico anche in riferimento alla pandemia».
Al presidio si sono presentati anche esponenti del mondo no green pass tra cui il consigliere dei 3 V Guido Rossi. Presenti anche esponenti del Partito democratico con il capogruppo Giovanni Barbo che ha definito «bizzarra la presenza di chi - in riferimento a Rossi - con il suo voto ha impedito che si discutesse in Consiglio comunale della bozza di atto aziendale come richiesto in una mozione del Pd». —