Paola Terzoli, 65 anni, era malata di Sla. L’ambulanza ha impiegato 30 minuti ad arrivare
ORBETELLO. L’ambulanza è arrivata dopo 30 minuti. I soccorritori hanno indossato le protezioni anti-Covid, hanno fatto scendere la paziente con la sedia a rotelle, l’hanno caricata sull’ambulanza. Ma pochi istanti dopo lei si è sentita male. Ed è morta prima di arrivare all’ospedale San Giovanni di Dio di Orbetello, a cinque minuti di strada da casa sua.
È morta così, nella mattina di sabato 20 novembre, la giornalista romana Paola Terzoli, che da tempo aveva scelto di lasciare Roma per vivere in riva alla laguna di Orbetello. Terzoli, 65 anni, era molto conosciuta nella cittadina anche per aver partecipato alla raccolta firme per l’eutanasia legale.
Già capo ufficio stampa dell’ambasciata Usa, da alcuni anni Terzoli aveva scoperto di essere ammalata di Sla. Aveva rinunciato a girare per il mondo per trascorrere le sue giornate in riva alla laguna, preferendo le calme passeggiate orbetellane alla vita frenetica della Capitale. Una donna dai mille interessi.
A Orbetello aveva scelto di vivere in un condominio di via Trieste, proprio sotto gli appartamenti della onlus Oltre lo sguardo, che aiuta persone con gravi disabilità e le loro famiglie. È stata proprio la presidente dell’associazione, Elena Improta, a chiamare l’ambulanza. E sempre Improta ha poi segnalato, con un post sul gruppo Facebook “Orbetello com’è e come lo vorremmo”, che l’ambulanza ha impiegato mezz’ora ad arrivare. Troppo, secondo Improta.
Paola dalla sera di venerdì 19 novembre non stava bene. «Ci siamo sentite – dice Improta – ed eravamo d’accordo di sentirci la mattina dopo». Paola ha chiamato anche il suo medico curante che però, essendo sabato non era al lavoro. Quando ha visto il messaggio non l’ha richiamata perché aveva il cellulare scarico, ma ha deciso di andare a casa sua a vedere quale fosse il problema. Nel frattempo ha chiamato i soccorsi spiegando lo stato di salute della donna.
«Ho chiamato il 112, – dice Improta – che mi ha passato il 118 a cui ho riferito la situazione di Paola. La telefonata è durata dalle 13,06 alle 13,10. Tutto è documentato. Mi hanno detto che l’ambulanza era a 5 minuti da via Trieste».
Per evitare che l’ambulanza avesse difficoltà ad arrivare, una vicina di casa è scesa in strada. Intanto, però il tempo passava senza che l’ambulanza arrivasse.
Il medico di Paola, che nel frattempo aveva prestato assistenza alla sua paziente, ha richiamato l’ambulanza chiedendo come mai ci stesse mettendo tanto. È vero che Paola Terzoli era vigile. Ma era pur sempre una persona affetta da Sla con una saturazione con parametri preoccupanti. Al medico curante è stato detto che l’ambulanza era in arrivo.
Quando finalmente il mezzo è giunto sul posto, i soccorritori non sono saliti subito perché, come da regole anti-Covid, hanno dovuto prima indossare gli indumenti di protezione contro il virus, dato che alcuni dei sintomi segnalati dalla paziente che erano chiamati a soccorrere erano compatibili con il Covid.
«Paola stava male – continua Improta –. Quando sono saliti i soccorritori l’hanno fatta scendere con la sua sedia a rotelle ed è stata poi messa sulla barella e caricata dentro l’ambulanza». In quel momento, pur non essendo in buone condizioni, nulla faceva presagire che Paola non avrebbe più fatto ritorno a casa. La giornalista, però, ha avuto un malore ed è arrivata senza vita in ospedale.
L’arrivo più tempestivo dei soccorsi avrebbe potuto salvare la vita a Paola Terzoli? Se il malore fosse sopraggiunto all’ospedale, avrebbe avuto una possibilità di salvarsi? Le domande assillano l’amica. Che chiede aiuto anche all’amministrazione comunale per fare chiarezza su quanto successo e se sia normale che un mezzo di soccorso impieghi 30 minuti per un tragitto breve come quello dall’ospedale a Neghelli. Anche perché già nei giorni scorsi si è verificato un fatto analogo.
L’Asl fa sapere che sta cercando di fare chiarezza sulla vicenda. «La Asl Toscana Sud est, in ordine ai fatti denunciati, si è attivata per gli accertamenti del caso, avviando le opportune verifiche interne. L’Azienda esprime il proprio cordoglio ed è vicina alla famiglia della signora in questo momento di dolore».
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