foto da Quotidiani locali
TRIESTE. L’Agenzia per il lavoro portuale del Porto di Trieste (Alpt) ha licenziato Fabio Tuiach. «Le comunichiamo la decisione di adottare il provvedimento di licenziamento per giusta causa», si legge nella raccomandata datata 10 novembre. Una decisione che fa seguito ad una contestazione disciplinare recapitata all’ex consigliere comunale il 28 ottobre scorso.
Nella raccomandata firmata dal presidente di Alpt, Francesco Mariani, si fa riferimento al fatto che durante il periodo per cui aveva presentato certificato medico, l’ex pugile aveva tenuto un comizio in piazza.
Non solo, aveva candidamente ammesso di «aver rispettato gli orari previsti», facendo riferimento a quelli dei controlli, «uscendo solo dopo le sette».
Un’affermazione che per Alpt «non trova corrispondenza nei documenti fotografici che la ritraggono nel corso di manifestazioni svoltesi in orario diurno».
Ma c’è un altro punto: il danno d’immagine. Mariani mette in evidenza come, durante lo sgombero del varco 4, Tuiach sia stato più volte ritratto «mentre resisteva alle forze dell’ordine indossando il gilet giallo con il logo di Alpt».
E poi «la partecipazione alle manifestazioni di piazza sempre vestendo quel gilet ad alta visibilità e fornitole dall’azienda, mentre risultava in malattia, risulta certamente foriera di un gravissimo danno d’immagine per la scrivente».
Le giustificazioni fornire da Tuiach in proposito sono state ritenute dall’agenzia per il lavoro portuale «inidonee, insufficienti e non corrispondenti alla verità». Insomma, elementi pesanti che hanno spinto Alpt a prendere l’estrema decisione di interrompere il rapporto lavorativo con l’ex pugile.
Tuiach è stato uno dei protagonisti delle manifestazioni di protesta dei no green pass, prendendo la scena mediatica sia durante il presidio all’esterno del varco 4, sia poi in piazza Unità.
«Ho cinque figli, mia moglie è commessa part time: andremo a mangiare alla Caritas», commenta a bruciapelo l’ex consigliere comunale dando notizia del suo licenziamento.
«Ero quello più in vista, mi vogliono distruggere – sostiene –. Lavoro in porto da quando avevo 18 anni: ora farò valutare la mia posizione da un avvocato e spero la situazione si risolva quanto prima consentendomi di tornare a lavorare in porto. Non mi resta che pregare, andando a recitare il rosario in piazza dell’Unità».
Affermazioni che Tuiach ha ripetuto in serata intervenendo in diretta su Telequattro.
Risultato positivo al Covid, l’ex consigliere fa sapere «di essere ormai negativo». Dal giorno dell’introduzione dell’obbligo di esibire il Green pass sul posto di lavoro, Tuiach risulta in malattia, «ma ora che sono guarito dal Covid avrei potuto ottenere il Green pass senza vaccinarmi – valuta – e sarei potuto tornare a lavorare».
Mariani, contattato giovedì sera telefonicamente, ha preferito non rilasciare dichiarazioni in merito e nemmeno confermare o smentire la notizia che al vaglio dell’agenzia ci sarebbero le posizioni di altri lavoratori che hanno preso parte alle proteste.
