La Procura di Gorizia li aveva accusati di concorso in inquinamento ambientale
GRADO. Nessuna incompatibilità tra i fanghi dragati e le aree in cui furono spostati. E, quindi, nessuna compromissione o deterioramento dei fondali e delle barene. Si è chiuso con il proscioglimento di tutti gli imputati, undici contando anche le due società venete che realizzarono i lavori, il procedimento penale per l’ipotesi di reato di concorso in inquinamento ambientale che la Procura di Gorizia aveva avviato in relazione all’opera di manutenzione del canale di Barbana, nel tratto lagunare di Grado, che la Regione Fvg predispose tra il giugno e il luglio 2018.
La sentenza è stata emessa mercoledì 3 novembre dal gup Carlo Isidoro Colombo, che, ritenendo «insussistente» il fatto contestato, ha assolto con formula piena i tre funzionari che avevano chiesto l’ammissione al rito abbreviato e dichiarato il non doversi procedere per gli altri al termine dell’udienza preliminare. Nell’escludere a sua volta responsabilità o irregolarità in capo agli imputati, anche la pubblica accusa, rappresentata in aula dal pm Ilaria Iozzi, aveva concluso per un proscioglimento “tombale”.
Nell’inchiesta, condotta dai carabinieri del Noe sotto il coordinamento del pm Valentina Bossi (trasferitasi dall’estate scorsa a Ivrea), erano rimasti coinvolti Magda Uliana, 59 anni, di Udine (difesa dagli avvocati Luca Ponti e Luca De Pauli), in qualità di direttore centrale delle Infrastrutture della Regione e Responsabile unico del procedimento delle opere di dragaggio, Chiara Di Marco, 48, di Udine (avvocato Luca Beorchia), e Franco Parmeggiani, 69, di Trieste (avvocato Sara Carisi), entrambi quali co-progettisti e direttori operativi dei lavori di manutenzione del canale, Nicola Stefanelli, 54, di Udine (avvocato Gianna Di Danieli), Valentina Boscolo Zemello, 39, di Chioggia (avvocato Giovanna Giacomelli e Marco Favero), amministratore unico di “Zeta srl” di Chioggia, Eugenio Feraco, 52, di Chioggia, ingegnere dipendente di Zeta, Mauro Boscolo Zemello, 64, di Chioggia (avvocato Favero), capo cantiere di Zeta, Denis Nordio, 43, di Chioggia (avvocati Favero e Riccardo Cattarini), comandante della draga presente in cantiere, di proprietà della “Nordio Angelo snc”. Imputate anche, per la responsabilità amministrativa delle società, Zeta e Nordio Angelo (avvocato Favero), e, per un reato minore legato all’autorizzazione di lavori in asserita assenza di autorizzazione, Chiara Bertolini, 53, di Codroipo, quale direttore del servizio paesaggio e biodiversità della Regione Fvg (avvocato Maurizio Conti).
Così come già argomentato nella richiesta di archiviazione, le difese hanno insistito sulla correttezza dell’iter ed escluso danni all’ambiente, ricordando come non fosse stata rilasciata alcuna autorizzazione “contraria” alle indicazioni del Servizio biodiversità, essendosi individuata un’area (la A), indicata da Arpa quale l’unica idonea al refluimento dei circa 10 mila metri cubi di fanghi dragati - e considerati dalla Procura alla stregua di rifiuti -, e sulla quale lo stesso Servizio non aveva evidenziato alcuna circostanza ostativa.
Prima della discussione, Uliana e Di Marco (che insieme a Stefanelli hanno affrontato il rito abbreviato) hanno voluto rilasciare dichiarazioni spontanee, per ribadire di avere agito «per il bene pubblico, nel rispetto delle regole, in modo trasparente, senza alcun interesse personale e portando a termine un’opera importante per il comune di Grado».