Come l’ex Torino arriva da Sartena, frazione di Santa Giustina, una autentica fucina di sportivi. Il papà era un ottimo pallavolista
Una frazione di… calciatori. Da Alessandro Gazzi a Tommaso Ebone. Attaccante classe 2005, ha appena lasciato il Montebelluna per approdare a titolo definitivo al Bologna, con cui giocherà il campionato nazionale under 17. Cosa hanno in comune? Entrambi vengono da Sartena, piccolo paese alle porte di Santa Giustina lungo la strada che conduce a Cesiomaggiore.
Da quelle parti attendono ancora di vincere il primo torneo Plavis della storia – e si sa quanto sia un appuntamento sentito per le varie frazioni di Santa –, però intanto sono orgogliosi del percorso di Gazzi ed ora tifano per Tommaso.
«Non conosco benissimo di persona Gazzi», racconta proprio Ebone, ai primi giorni di allenamento con la maglia rossoblù. «Qualche anno fa ho però parlato assieme a lui. Lo ritengo un calciatore da ammirare; da come mi è stato detto da chi ci giocava assieme, forse non era il più forte della squadra, ma ha saputo con voglia e perseveranza arrivare al top in Italia, rimanendoci a lungo. Qua a Sartena comunque non scherziamo mica nello sport: mio papà Ezio e mio zio Alberto erano arrivati alle finali nazionali under 18 con la pallavolo una trentina di anni fa».
Ebone è uno dei ragazzi usciti dal florido vivaio della Giovanile Pizzocco, adesso cessato di esistere con la fine della vecchia Plavis Pizzocco.
«Ho iniziato a giocare con la squadra del mio paese, e subito assieme ai ragazzi uno o due anni più grandi. Poi in quinta elementare ho trovato un allenatore davvero bravo, Roberto De Toffol, il quale assieme a Tiziano De Bona mi ha permesso di emergere e così l’anno successivo sono andato a Montebelluna. La passata stagione mi sono trasferito in prestito al Venezia, imparando molto da tutti i punti di vista, poi in estate sono tornato al club trevigiano iniziando ad allenarmi con la prima squadra».
Fino alla chiamata da Bologna…
«Ho segnato in amichevole proprio al Venezia primavera. Il club rossoblù desiderava vedermi alcuni giorni in prova, poi al terzo mi han detto: “Tu non torni più a casa, rimani qui con noi”. In realtà mi volevano anche Inter ed Atalanta, ma ho preferito appunto il Bologna».
Tanti i ringraziamenti che Tommaso desidera fare, a dimostrazione di come abbia ben compreso quanto fondamentale sia la riconoscenza.
«Innanzitutto dico grazie a mio papà, una fonte di ispirazione, e mia mamma Chiara, un vero e proprio pilastro nella mia vita. Poi ai miei fratelli Riccardo e Nicola e tutti i parenti. Ed ancora, a Stefano Barattin ed Alessandro Renica, agli allenatori e i compagni incontrati lungo il percorso, alla Giovanile Pizzocco per avermi cresciuto, al Montebelluna con in primis i dirigenti Marco Cecchet e Stefano Frezza, al Venezia per avermi fatto migliorare tanto e il Bologna per avermi dato grande considerazione. Adesso sta a me ripagare la fiducia».
Con un obiettivo… parecchio ambizioso.
«Vincere lo scudetto, meglio ancora se segnando tanti gol».