Le figlie del pensionato denunciano: «Ci è vietato di entrare nell’abitazione di papà che ha firmato un contratto di comodato senza capire quello che stava facendo»
ARZEGRANDE. Non possono entrare nella casa di proprietà del padre 88enne con deficit cognitivi in seguito a un ictus, ricoverato dal maggio scorso in un ospizio perché non più autosufficiente.
Il motivo? La casa, situata ad Arzergrande in via Umberto I° 106, è occupata da una famiglia venezuelana (padre, madre e tre figli piccoli) che, nel gennaio scorso, aveva sottoscritto con l’anziano un contratto di comodato. Il patto? Garantire l’assistenza in cambio della possibilità di vivere temporaneamente nel primo piano dell’abitazione. Tuttavia marito e moglie – sostengono le due figlie dell’uomo rimasto vedovo a maggio – avrebbe “convinto” il pensionato a firmare nonostante la sua palese incapacità di rendersi conto dell’atto che stava sottoscrivendo. E ora il cancello che consente l’accesso alla proprietà è stato “sigillato” con una serie di lucchetti.
La denuncia
Il risultato? Tutelate dall’avvocato Elisa Schiavon, le figlie hanno presentato una denuncia nei confronti della coppia per circonvenzione d’incapace, minacce e occupazione abusiva di un immobile. Non solo.
«Lunedì mattina le figlie, di cui una è amministratrice di sostegno del padre, in mia presenza cercheranno di entrare nella proprietà di famiglia per recuperare gli effetti del congiunto e per verificare lo stato dell’immobile. Peraltro, è un loro diritto entrare nella proprietà dove, purtroppo, questa famiglia si è di fatto barricata dentro». Non è scontato che le figlie riescano a superare la “barriera” del cancello.
«Se sarà necessario, chiederemo l’intervento dei carabinieri» sottolinea l’avvocato Schiavon, «È chiaro che serve l’aiuto del Comune e dei Servizi sociali visto che ci sono dei minori. Ma se da un lato la famiglia non può finire sulla strada, dall’altro è diritto delle figlie del proprietario avere la disponibilità dell’immobile occupato con “l’inganno”, facendo firmare un contratto di comodato a una persona che non era in grado di comprendere il documento sottoscritto».
La vicenda
Lo scorso dicembre la moglie dell’88enne entra in contatto con la signora venezuelana che si offre di fare la badante: in cambio chiede la possibilità di stare nella casa con il marito disoccupato e i figli. Il trasferimento arriva a gennaio quando – all’insaputa delle figlie – viene siglato il contratto di comodato. La famiglia occupa il secondo piano dell’abitazione dove (a marzo) fissa anche la propria residenza. L’assistenza promessa, però, non sarebbe mai stata garantita al pensionato. Anzi, la famiglia avrebbe posto in essere comportamenti pericolosi camminando di notte nel piano terra ove dormiva l'anziano, lasciando aperta la porta di ingresso, omettendo di informare i due pensionati in merito a possibili contatti con soggetti affetti da Covid, utilizzando illecitamente la corrente elettrica, tanto da far saltare i contatori e impedire così l'uso da parte del malato di alcuni presidi sanitari. Infine, nessun contributo al pagamento delle bollette. In una occasione le figlie, in visita al padre, sarebbero state inseguite dal venezuelano.
A maggio il trasferimento dell’88enne in casa di risposo dopo la morte della moglie. Nei giorni scorsi anche la farmacista del paese e gli operatori dell’Usl 6 si sono fatti scortare dai carabinieri per recuperare una bombola di ossigeno.Cristina Genesin