TREVISO. Entro la fine del mese, ma è probabile già dalla fine della prossima settimana, partirà una campagna di sondaggi subacquei per saggiare il fondo del fiume Sile all’altezza di Ponte dea goba.
Non si tratta di uno studio scientifico fine a se stesso ma di un approfondimento di indagine in vista dell’avvio del piano Ats per la costruzione de tunnel sotterraneo che un domani permetterà la realizzazione della fognatura nel centro storico.
Il progetto
Il piano della società di gestione delle acque, anticipato dal nostro giornale circa un mese fa, vale 15 milioni circa e si divide in due stralci: il primo è quello per il quale partiranno ora gli approfondimenti ingegneristici e prevede la realizzazione di una condotta sotterrane dal Bastione di Santa Sofia lungo via Tasso fino all’ex parcheggio degli autobus della Mom in via Polveriera passando sotto il Sile, Ponte dea goba e la ferrovia; il secondo prevede invece il proseguo della condotta sotterranea dall’area Mom fino all’area di via Pasteur, e dal bastione di Santa Sofia fino al Quartiere latino.
Tutto il tunnel sarà scavato da una “talpa” meccanica che attraverso dei pozzi profondi 9 metri e larghi 3 metri sarà calata sottoterra, puntata verso il punto di risalita e avviata per scavare in orizzontale. La realizzazione del primo stralcio sarà la più complicata perché la “talpa” dovrà passare sotto il Sile creando il tunnel nel quale verranno infilati i pezzi di condotta.
nuove indagini
È un’opera già attentamente studiata, ma a fronte degli ultimi confronti fra i tecnici Ats e del Genio civile di Treviso si è deciso di effettuare nuove indagini per sondare se i 9 metri di profondità bastino a garantire alla talpa uno scavo sicuro e all’asciutto lontano da potenziali cedimenti della volta del tunnel nel momento in cui questo si troverà sotto il letto del fiume Sile.
Di qui l’incarico ad un tecnico specializzato che con l’utilizzo di sub e di una barca di appoggio effettuerà alcuni carotaggi nel letto del Sile per valutare la tenuta del fondale, ovvero fino a che livello il terreno è ancora fangoso, e dove questo inizia a consolidarsi garantendo una tenuta stagna e stabile. Già oggi c’è l’ipotesi che il percorso della talpa debba abbassarsi ancora scendendo oltre i 9 metri per arrivare agli 11 e poi risalire lentamente in superficie per collegarsi al pozzo di risalita che verrà fatto nell’area Mom.
la sfida da non perdere
«È un’opera strategica, delicatissima e importantissima» dicono da Ats, «non possiamo permetterci che il lavoro una volta iniziato debba fermarsi per possibili criticità che possano mettere in discussione il proseguo dell’opera».
In ballo milioni, ma anche la credibilità tecnica dell’intera struttura e dei progettisti che tra poco porteranno le carte davanti alla commissione via provinciale. Per non parlare poi della partita politica sottesa alla realizzazione dell’opera.
