RODIGO (Rivalta). Sono nati una ventina d’anni fa, ma hanno già conquistato un posto di rilievo nel panorama ecologico e nel cuore della comunità. I boschi di Rivalta sul Mincio, sorti su tre terreni privati (il fondo agricolo Monte Perego, corte Arrivabene e la tenuta delle Montagnine), giocano un ruolo da protagonisti nell’ecosistema delle Valli del Mincio. I volontari della Pro loco hanno deciso di scendere in campo per salvaguardarli.
«Siamo preoccupati per il futuro dei boschetti – dichiarano – Due di essi sembrano abbandonati a se stessi, mentre il terzo rischia addirittura di scomparire».
Tra le aree su cui la Pro loco ha acceso i riflettori, la più estesa è il bosco di Monte Perego, un polmone verde ampio oltre 7 ettari che si trova all’interno della riserva naturale “Valli del Mincio” e si affaccia sulla pista ciclabile Grazie-Rivalta. Il nucleo originario è costituito da una selva di ontani neri. «Una delle ultime presenti in Pianura Padana» sottolinea l’associazione. Nel 1995, grazie ad un accordo tra i proprietari del terreno e il Parco del Mincio, il bosco è stato notevolmente ampliato e arricchito di diverse specie. «La convenzione, scaduta da alcuni anni, prevedeva un percorso ciclopedonale all’interno dell’area – sostengono i volontari della Pro loco – ma, in seguito ad alcuni eventi meteorologici avversi, la pista non è stata più praticabile. Il successivo intervento di taglio e asportazione dei tronchi danneggiati non ha ripristinato il percorso, ora in stato d’abbandono». In realtà non è mai esistito un itinerario ciclopedonale all’interno dell’ontaneto di Monte Perego: «I boschi non sono luoghi dove andare in giro in bici, poiché dagli alberi possono staccarsi dei rami nelle giornate ventose – spiega il vicesindaco di Rodigo, Luciano Chiminazzo –. Tra gli ontani c’era un sentiero sterrato, che, a dispetto dei divieti, molte persone imboccavano per sbarazzarsi dei rifiuti, trattando un’area protetta come fosse una discarica. Ora la vegetazione è più fitta e meno esposta all’inciviltà».
Più delicata la situazione del bosco della Montagnine, una suggestiva zona panoramica rialzata. «È un bosco produttivo, piantato 20 anni fa dal proprietario, grazie a fondi europei – spiega la Pro loco – È curato e fruibile, ma temiamo abbia i giorni contati, poiché quest’anno scadranno i fondi europei, perciò le piante potrebbero essere tagliate e l’area riconvertita a terreno agricolo tradizionale». «È vero – commenta il vicesindaco –. Non ci sono vincoli che impediscano il taglio degli alberi delle Montagnine, ma l’amministrazione comunale, di concerto con i proprietari e con il Parco del Mincio, sta cercando una soluzione. Stiamo pensando a una convenzione, con cui preservare il bosco senza creare problemi al possessore dell’area».