I dirigenti di Uneba e Apromea e i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil scrivono a chi lavora nelle case di riposo mantovane: «Il siero è un ottimo alleato»
MANTOVA. L’11 gennaio partirà la campagna vaccinale anti Covid anche negli ospedali privati e nelle Rsa. Ma qual è al momento la percentuale di adesione nelle strutture sanitarie private e per anziani della provincia di Mantova?
Secondo l’Asst il livello di adesione è confortante e viaggia intorno all’80 per cento tra gli operatori delle strutture sanitarie private e delle Rsa e del 70 per cento tra gli ospiti delle Rsa. «Al momento – dicono dal Poma – il livello di adesione è buono, ma sono ancora in corso le procedure di reclutamento».
Su questo fronte è però da registrare il forte appello alla vaccinazione lanciato in queste ore dai dirigenti delle fondazioni Uneba e Apromea di Mantova, a cui aderiscono le Rsa del territorio, e dai rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil attraverso una lettera inviata a chi lavora nelle strutture per anziani. «Nelle fasi iniziali – si legge nella lettera – la vaccinazione sarà offerta su base volontaria agli operatori sanitari e sociosanitari. Tutti noi lavoratrici e i lavoratori delle Fondazioni Mantovane (ma in primis voi che avete operato nei nuclei), da marzo a oggi, abbiamo compiuto sforzi enormi per proteggere dalla diffusione del virus i residenti, per proteggere noi stessi, ma pure le nostre famiglie, le comunità e i territori in cui viviamo. Un vaccino efficace e sicuro, come è questo vaccino anti Covid, è un ottimo alleato di tutto questo impegno profuso. Il vaccino è stato testato e autorizzato dalle agenzie preposte americane, europee e italiane. Per questo, pur comprendendo che questa situazione inedita possa far vivere qualche incertezza, e nel rispetto della libertà di ciascuno, consapevoli della non obbligatorietà dello stesso, auspichiamo e vi esortiamo come dirigenza e come rappresentanti dei lavoratori ad aderire alla campagna».
Nella lettera si prende in esame anche l’ipotesi di una parziale adesione alla campagna: «Se viceversa ci saranno rinunce al vaccino, l'assistenza agli anziani andrà in grandi difficoltà e ricadrà anche sul percorso attivato in tutto il mondo per superare questa pandemia mondiale che, ricordiamoci, ha già causato moltissimi decessi proprio per la mancanza di farmaci e vaccini adeguati, che oggi invece possiamo dire finalmente di avere a disposizione. Contiamo sul fatto che il senso di responsabilità, che per gli operatori sanitari ricordiamo è anche una questione di rispetto del codice deontologico, nonché la solidarietà che sempre hanno contraddistinto la vostra opera quotidiana, ad aderire alla campagna di vaccinazione contro il Covid 19».
Nella missiva non si fa riferimento ai familiari degli ospiti non autosufficienti che dovranno firmare il consenso informato per i loro congiunti. Dalle Rsa arrivano però segnali che alcuni parenti non sarebbero disposti a firmare.