La bellissima telefonata che ha ricevuto l’altro giorno Barbara Simoncini della Locanda Lo Scopiccio a Perignano
PERIGNANO. Metti un cuore grande, una chef di un noto ristorante che capisce l’importanza del gesto e il gioco è fatto. La “cena sospesa”, preparata dalla Locanda Lo Scopiccio di Perignano, è stata servita a casa nel riserbo più assoluto, portando un sorriso sul volto di babbo, mamma e due ragazzini in tenera età. Al tempo del Covid, in provincia di Pisa, succede anche questo.
Una bella storia di solidarietà e di profonda umanità in tempi decisamente duri. Un gesto che nasce per aiutare chi in questo momento complicato dettato da una pandemia senza precedenti non se la passa troppo bene. I problemi sono tanti, a cominciare dal lavoro, che per molti si trasforma in un vero e proprio incubo. Ed allora perché non prenotare e pagare un pasto completo, o meglio una bella cena, e donarla a chi in questo momento non naviga nell’oro? È questo il pensiero che un’anziana signora, molto sensibile, dal cuore decisamente grande, ha avuto nei confronti di una famiglia, sua vicina di casa, chiedendo in cambio solo l’assoluto anonimato. «Non vorrei – ha detto la donna alla titolare del ristorante – che i miei vicini si sentissero in imbarazzo, ma io sono contenta così. E non avendo problemi economici vorrei fare del bene a qualcuno».
A cucinare il succulento menù per quattro persone composto da lasagne, un arrosto al forno con patate e un delizioso tiramisù è stata Barbara Simoncini, cuoca e titolare de Lo Scopiccio, che a sua volta con amore e professionalità ha realizzato le portate, le ha confezionate e consegnate, portando a termine la missione “super segreta”. L’anziana signora ha pagato il conto, la famiglia è rimasta sorpresa del gesto, ma gli occhi scintillanti dei bambini son stati la risposta che l’obiettivo era stato pienamente centrato. «Una richiesta – racconta Barbara Simoncini – che mi ha fatto commuovere, insieme al fatto che nonostante le tantissime difficoltà che stiamo affrontando c’è ancora speranza e che forse ce la potremmo fare se tutti mettessimo in pratica la parola solidarietà».
La richiesta di una “cena sospesa” era arrivata via telefono alla Locanda Lo Scopiccio alcune sere fa. Era stata la stessa Barbara a rispondere al telefono. «E quella richiesta, credetemi – racconta ancora la chef – aveva dato un colore diverso ad una giornata nerissima che solo chi ha una attività come la mia può capire».
L’anziana signora, che le richieste di spiegazioni varie sul menù, ha detto di vivere da sola, aveva un solo ed unico desiderio: far felici alcuni vicini di casa. Aveva intuito che in una famiglia che abita nella sua zona c’era qualcosa che non andava per il verso giusto, le preoccupazioni economiche erano all'ordine del giorno e per una sera voleva regalare un po’ di serenità con una bella cena realizzata da un ristorante. «Una signora molto dolce – continua Barbara Simoncini – ma nello stesso tempo ben decisa a voler restare anonima e così è stata accontentata».
Un gesto nobile che non poteva non far breccia nel cuore della stessa Barbara Simoncini, che proprio a questa benefattrice, residente in provincia (omettiamo la località proprio per non svelare altri particolari), ha voluto dedicare un post sulla sua pagina Facebook e raccontare lei stessa questa bella storia di sensibilità, solidarietà ed altruismo. «Volevo ringraziarla signora – queste le parole social di Barbara – per avermi regalato questa emozione. Sono onorata che abbia scelto noi per un così meraviglioso atto d'amore».
Un atto di amore, sicuramente in un periodo decisamente tra i meno brillanti, dove la pandemia sta cambiando le carte in tavola un po’ a tutti. Barbara Simoncini e il marito Fabrizio Becherini gestiscono la Locanda Lo Scopiccio da sette anni. Un lavoro portato avanti con grande passione e determinazione, ma una richiesta del genere non l’avevano mai ricevuta. «Evidentemente questo virus e questa situazione di inattività lavorativa – afferma Barbara – ha portato grosse difficoltà nelle famiglie. In passato avevo ricevuto richieste di cene, già pagate, da mettere sotto l'albero di Natale come regalo, ma mai una richiesta speciale così. Un dono che, se vogliamo nella sua dolcezza e semplicità, ha dato una mano anche a noi ristoratori, costretti a restare chiusi. Anche la mia cucina si è aperta e questo gesto mi ha dato una grande carica. Ho preparato tutto con amore, sperando che la cena consegnata abbia portato almeno un'ora di serenità». —
