Per il settore delle automobili è crisi nera: «Con questo trend non si va avanti». Economia ferma e attesa per gli incentivi statali: «Noi, in difficoltà dal 2009»
MANTOVA. Si prospettano tempi difficili per il settore dell’automotive: un comparto che già dal 2009, soprattutto in Italia, versa in una profonda crisi. L’arrivo dell’emergenza sanitaria rischia di assestare un’ulteriore mazzata, soprattutto alla rete di vendita. Le previsioni a livello nazionale parlano della possibile chiusura di una concessionaria su cinque: numeri che trovano riscontro anche nelle parole di alcuni dei rivenditori più importanti della nostra provincia.
«Stiamo registrando un -60% rispetto all’anno precedente – conferma il general and brand manager di Renault Giovanzana di Porto Mantovano, Franco Nouvenne – se il trend resta questo, diventa difficile andare avanti. Per noi la ripartenza non è stata tale. Abbiamo riaperto, ma di clientela nuova non se ne vede. L’auto è una spesa importante e anche chi è intenzionato all’acquisto attende di capire i benefici che possono arrivare da eventuali incentivi. Viviamo uno stallo preoccupante».
Una preoccupazione condivisa anche da Ivano Bellini, titolare di Autocenter, concessionaria Jaguar, Land Rover e Volvo di Castel d’Ario. «Noi rispetto al 2019 siamo al -45% – riferisce – ma è un dato che è ancora poco significativo dopo un solo mese di apertura. L’economia è ferma, e il clima di incertezza, dato dal protrarsi delle decisioni di chi ci governa, non aiuta. Questo allungamento dei tempi è deleterio sia per i consumatori sia per le aziende, il nostro settore poi era già in sofferenza. A ottobre avevamo sollecitato Federauto a dare il là a una serie di confronti, perché la situazione era grave. Il Covid ha dato un’altra mazzata».
Qualche spiraglio, invece, lo lascia intravedere Antonio Ferrari, amministratore del rivenditore multimarca Gruppo Ferrari Motors. «I dati del mercato sono chiari – osserva – anche noi siamo al -50% ma a giugno vediamo qualche debole segnale di ripresa. L’impasse creata dalle notizie che parlano di incentivi statali crea una sorta di stallo, ma chi è intenzionato a comprare l’auto prima o poi lo farà. Per quanto riguarda il nostro gruppo, l’operazione di aggregazione fatta con altre concessionarie prima di questa crisi ci ha rafforzato dal punto di vista patrimoniale».
In completa controtendenza infine Tomasi Auto di Guidizzolo, che lavora soprattutto con il mercato dell’usato. «I mesi di stop hanno creato una coda di domanda che nell’ultimo mese ci ha fatto registrare un +60% di vendite – segnala il marketing manager Andrea Pasini – È chiaro che manteniamo alta l’attenzione su una situazione che preoccupa, ma la ripresa ci dona fiducia, sia per il ritorno della clientela in concessionaria sia per le vendite via web proseguite anche durante il lockdown».