Il modello previsionale indica il 2020 come simile al 2018 quando ci fu il record di proliferazione della specie
MODENA Come sarà l’estate? Infernale, almeno per quel che riguarda le zanzare tigre.
A dirlo sono gli esperti della Regione che come ogni anno hanno creato un «modello previsionale quantitativo dello sviluppo delle prime generazioni della specie e un modello matematico di previsione della media stagionale 2020».
E l’estate che ci attende sarà simile a quella del 2018, ovvero la peggiore degli ultimi dieci anni con un grande sviluppo della ben poco amata zanzara tigre.
«Il modello di sviluppo delle prime generazioni – scrive la Regione – ha permesso alcune osservazioni: la prima schiusura delle uova invernali dovrebbe essere avvenuta nella settimana dal 2 al 6 marzo. In questo periodo la pioggia è stata però debole (0.5-2 mm/giorno) ed ha probabilmente determinato la schiusura di una bassa percentuale di uova invernali. Gli eventi meteorici che si sono susseguiti dal 26 marzo (13.4 millimetri) hanno verosimilmente attivato la maggior parte delle uova invernali».
I tecnici, anche grazie agli entomologi del Caa (Centro agricoltura ambiente) hanno inoltre osservato che «la deposizione delle uova della prima generazione estiva si stima sia iniziata a fine aprile (prima schiusura) e dovrebbe aver raggiunto il picco tra il 10 e il 15 maggio (seconda schiusura)».
Sono tutti dati importanti per redigere il modello previsionale che si basa su determinati fattori ambientali.
«Innanzitutto il periodo cruciale per lo sviluppo della zanzara tigre sono i mesi di marzo e aprile, periodo in cui si sviluppa la prima generazione dalle uova invernali. Le condizioni di temperatura medio-alta e di bassa piovosità nei mesi di marzo e aprile ne favoriscono lo sviluppo. La pioggia sembra essere un fattore negativo ad inizio della stagione di sviluppo (forti piogge primaverili possono determinare il dilavamento dei tombini ed interagire con lo sviluppo larvale) e positivo nei mesi di luglio e agosto. La temperatura sembra invece un fattore che incide in modo determinante soprattutto sullo sviluppo autunnale».
Sulla base di tutti questi elementi, secondo il modello predisposto in Emilia-Romagna, si evince che «nel 2020 le condizioni climatiche registrate nei mesi di marzo e aprile sono compatibili con densità paragonabili all’estate 2018». Quando la presenza di zanzare tigre fu ben superiore alla media degli ultimi dieci anni.
«I Comuni – specifica la Regione - si sono già attivati con la programmazione di interventi contro le larve di zanzara tigre presenti nelle caditoie stradali”.
Può capitare, tuttavia, che i privati decidano di effettuare azioni specifiche, come disinfestazioni adulticide. Si tratta di opzioni molto invasive dal punto di vista ambientale, come ricorda ancora la Regione: «Gli interventi adulticidi sono regolamentati da specifiche ordinanze e che possono essere eseguiti solo in casi di emergenza sanitaria o per comprovate esigenze collegate a gravi infestazioni».
Questo perché «anche se questo tipo di trattamento ha l’effetto di abbassare drasticamente la popolazione di zanzare presente al momento dell’intervento stesso, esso ha una durata limitata nel tempo e l’impatto ambientale è considerevole perché i prodotti utilizzati non sono selettivi. Inoltre c’è il rischio che un loro uso continuativo selezioni popolazioni di zanzare resistenti. I cittadini non dovrebbero accettare dalle ditte di disinfestazione eventuali proposte di servizi che prevedono il trattamento adulticida come metodo di lotta preventiva o in forma di intervento a calendario».
Insomma meglio la prevenzione, soprattutto in vista di un’estate che sarà la peggiore degli ultimi dieci anni. —