Un quadro, un poeta, un regista ma anche attore. Alla Pinacoteca di Brera è andata in scena una performance straordinaria: Abel Ferrara di fronte al San Sebastiano di Vincenzo Foppa ha declamato l’omonima poesia di Gabriele Tinti.
E così in una performance incredibilmente emozionante le parole sono diventate immagine e l’immagine voce, invocazione, recitazione. Le arti si sono fuse tra loro: pittura, poesia, recitazione, in un circolo che ha lasciato i pochi fortunati spettatori presenti letteralmente incantanti.
La poesia con il suo potere evocativo di trasfigurare la realtà ha dato al dipinto del santo, di uno dei più grandi esponenti del rinascimento lombardo, una dimensione nuova e inattesa, ampliando i nostri confini del sentire.
Il quadro è divento una quinta teatrale che amplifica la forza dei versi poetici, mentre la lettura è una sorta di invocazione al santo (protettore contro le pestilenze), un auspicio di rinascita dopo l’attuale pandemia. La lettura si è svolta di fronte al San Sebastiano di Vincenzo Foppa pur ispirandosi anche alle altre interpretazioni pittoriche del Santo presenti nella Pinacoteca.
«Dalle Legenda Aurea di Iacopone da Varagine», spiega Pinti «apprendiamo che in Italia, al tempo dei Longobardi, ci fu una peste così violenta che i vivi bastavano a malapena a seppellire i morti. Fu rivelato che la pandemia non sarebbe cessata fino a quando non fosse stato dedicato un altare a San Sebastiano. Pertanto da Roma furono portate a Pavia – dove la peste era più forte che altrove – le reliquie del santo e la peste cessò. Da allora Sebastiano è il santo patrono di tutte le malattie contagiose. Questa non è una performance teatrale, è una lettura di testi e avere il riferimento di immagine lì si arricchisce di rimandi che un po’ porta l’attore con la sua capacità, un po’ l’immagine un po’ il tema stesso».
Questo non è il primo esempio di collaborazione tra Gabriele Tinti ed Abel Ferrara che insieme hanno già realizzato altri due progetti davanti al Cristo alla Colonna del Bramante e al Cristo velato.
L’evento andato in scena a Brera rientra nel più complesso Rovine, progetto di Gabriele Tinti che raccoglie una serie di letture dal vivo recitate di fronte alla statuaria classica e alla pittura rinascimentale. Negli ultimi anni il progetto ha visto coinvolti alcuni importanti attori e alcuni dei maggiori Musei al mondo come il Metropolitan di New York, il J. Paul Getty Museum ed il LACMA di Los Angeles, il British Museum di Londra, la Gliptoteca di Monaco, il Parco Archeologico del Colosseo, il Museo Nazionale Romano di Roma, i Musei Capitolini, il Museo dell’Ara Pacis, il Museo Archeologico di Napoli e molti altri ancora.
Rovine è stato insignito del Premio Montale fuori di casa 2018 per la poesia ed è stato recentemente scelto per celebrare il riallestimento delle collezioni del Getty Villa, per proseguire il dialogo iniziato con la mostra di artisti contemporanei Plato in LA in occasione della quale alcuni dei più celebrati artisti del panorama odierno hanno reinterpretato l’impatto di Platone sul mondo contemporaneo.
Il progetto è realizzato con il finanziamento della Fondazione Cariplo e l’organizzazione e promozione della Pinacoteca di Brera in collaborazione con Bulgari Hotel Milano.