Un anno fa aveva chiuso lo Shanghai Pride. Da allora sempre nuovi colpi ai diritti della comunità Lgbt. WeChat ha cancellato il mese scorso decine di account su temi Lgbt gestiti dagli universitari di tutto il paese. Ora l’Università di Shaghai avrebbe chiesto a facoltà e dipartimenti di fare una lista per identificare tutti gli studenti «non eterosessuali». La richiesta è trapelata sui social con un documento, intitolato «Sondaggio nel campus», con la richiesta di indicare gli studenti che si identificano come Lgbt.
Nel testo si legge che l’università ha la necessità che le facoltà «indaghino» e «riferiscano» le informazioni sugli studenti omosessuali e transgender e più in generale quelli che si dicono «non eterosessuali». Nello stesso sondaggio si chiede di indicare le posizioni ideologiche degli studenti, i loro contatti, la condizione psicologica e i «disturbi mentali».
L’università conta oltre 55mila studenti. È stata fondata nel 1922. Non ha ufficialmente reagito alle polemiche che ci sono da giorni. Su Weibo, il social cinese, ci sono molte proteste. «È una mia decisione se fare coming out o meno. Non è un obbligo. Se sono disposto a dichiarare la mia identità di genere, la decisione non è correlata al fatto che voi la accettiate o meno. Se invece preferisco non dirlo, mi devono essere garantite le libertà di base come persona», ha scritto un utente.
Nella Cina che apre al terzo figlio e che vuole una crescita demografica dopo il fallimento della politica del figlio unico la comunità omosessuale è vista come un ostacolo alle politiche di sostegno demografico ed è sempre più marginalizzata. Tutte le minoranze sono viste come ostacoli e avversari dal governo di Pechino.
Sono solo i «valori» portati dal partito quelli che devono restare quindi viene colpita la comunità Lgbt, ma anche quanti, sui social, seguono le star del mondo dello spettacolo. La fama di attori e cantanti è da censurare se non è legata al patriottismo. Gli attori vengono multati per i compensi troppo alti e per ogni attività fatta all’estero perché proibita in patria. Zhao Wei, star cinese, ha visto il suo nome bannato da tutte le piattaforme. Paga la vicinanza a Jack Ma, fondatore di Alibaba, non più gradito al partito.