Principessa, ancora per qualche mese. Mako del Giappone, primogenita del principe ereditario Akishino e nipote quindi dell’imperatore Naruhito, sposerà nel 2021 il fidanzato Kei Komuro, borghese, suo compagno di vita da oltre quattro anni: il matrimonio, già rimandato due volte, priverà la sposa del titolo e la renderà una privata cittadina, in quanto il futuro marito non fa parte della casa reale.
Mako e Kei, entrambi 29enni, si sono conosciuti all’International Christian University di Tokyo grazie ad un amico comune: nel novembre 2017 l’agenzia imperiale ha annunciato il fidanzamento ufficiale con conseguenti nozze nel breve periodo, ma pochi mesi dopo – a febbraio 2018 – la coppia ha fatto dietrofront dichiarando di voler prendersi altro tempo per «pensare più profondamente al matrimonio».
In molti, nel Sol Levante, legarono tale scelta alla quasi sovrapposizione delle nozze con l’abdicazione dell’imperatore Akihito. Se il royal wedding rischiasse davvero di offuscare l’importante cerimonia dell’avvicendamento sul trono non è dato saperlo, di sicuro però nessuno pensava che le nozze slittassero ancora nel 2019, stavolta a causa della situazione finanziaria in cui versava la madre di Komuro.
Secondo le ricostruzioni dei media nipponici, la donna si sarebbe indebitata con l’ex marito per coprire le tasse scolastiche del figlio. Uno pastrocchio che non ha distolto Mako dall’idea di salire all’altare con il suo uomo dai «sorrisi come il sole»: «Nonostante i tanti ostacoli, niente ha mai messo in dubbio il matrimonio», ha precisato lei a novembre, «anche se ancora non è possibile dire quando».
Ecco, dopo tutta questa attesa, pare finalmente che ci sia una data. Non precisa, certo, ma almeno una finestra temporale di riferimento: stando alle testate giapponesi, infatti, i due si scambieranno le promesse entro la fine dell’anno, rinunciando alla cerimonia imperiale e senza ricevere l’indennizzo governativo previsto alle donne della casa imperiale. Pare, proprio su richiesta della stessa Mako.
Che per amore è ben felice di rinunciare al suo titolo reale.