Stessa avversaria, stessa finale, stesso risultato. Bebe Vio non sbaglia mai e come 5 anni fa vince l’oro nella finale del fioretto alle Paralimpiadi di Tokyo. «Sembra impossibile, allora si può fare…2 volte», scrive lei su Instagram. Leggendaria è la parola scelta dal Comitato Paralimpico ed è difficile trovarne un’altra per raccontare una giornata perfetta, solo l’ultima di una carriera stratosferica dal punto di vista sportivo, ma soprattutto umano.
«Da piccola mi dicevano che non si può tirare di scherma senza braccia e che avrei dovuto cambiare sport, ma ho dimostrato a tutti che le braccia non servono: se hai un sogno, vai e prenditelo», ha detto all’apertura dei giochi raccontando sé stessa come fa ogni volta con un sorriso e un entusiasmo travolgenti.
Come altro si può definire una 24enne che dice di essere fortunata: «L’amputazione è una disabilità facile. Le vere difficoltà stanno nelle carrozzine, nelle paraplegie. La palestra non è solo fare gli addominali per andare a vincere una gara, ma migliorare i passaggi dalla carrozzina alla macchina, spostarsi in bagno. Lo sport migliora la percezione del tuo corpo, l’autostima, la capacità di aiutare gli altri. Alla mia prima Olimpiade pensavo di andare a vedere disabili che facevano sport, invece a Londra ho visto atleti che facevano sport».
Fra quegli atleti c’è anche lei, ormai da anni stabilmente capace di vincere a livello italiano, europeo, mondiale e olimpico. Oggi la doppietta a cinque cerchi.
La portabandiera azzurra ha battuto 15-9 la cinese Zhou Jingjing, sconfitta in finale anche a Rio 2016. Sei successi su sei nei gironi, vittorie nei quarti e in semifinale. Dominata la finale, anche se sul 7-4 Bebe Vio ha dovuto sostituire la protesi del braccio sinistro, ultimo dei tanti problemi che l’hanno afflitta negli ultimi mesi.
Alla fine della prova decine di abbracci, ma uno su tutti, quello di Valentina Vezzali. La sottosegretaria allo sport, la più medagliata atleta italiana, la regina del fioretto olimpico, ha fatto i complimenti a Bebe Vio: «Ci volevi tu per portare l’oro alla scherma», l’oro che non è arrivato ai giochi olimpici.
Sono 18 le medaglie azzurre alla fine della quarta giornata di giochi. Oggi sono arrivate anche due argenti e due bronzi nel triathlon e nel nuoto. In piscina secondo posto della Xenia Palazzo, nei 200 misti SM8, dietro al mito Jessica Long che ha vinto 25 medaglie in carriera, e terza piazza per Stefano Raimondi. Nel triathlon bronzo di Veronica Yoko Plebani in PTS2 e argento in PTVI di Anna Barbaro guidata da Charlotte Bonin.