Lewis Hamilton non è solo uno dei più grandi piloti di Formula 1 di tutti i tempi, ma anche e soprattutto un ragazzo sensibile, un vero fuoriclasse pure lontano dalle piste. Da sempre attento a sostenere le minoranze, Hamilton conferma ancora una volta il suo spessore morale, impegnandosi nel concreto per aiutare chi senza colpa parte all’ start della vita in ultima fila.
Tutti devono avere una chance, questo è il sogno del campionissimo britannico. La sua ultima iniziativa si chiama Mission 44 ed è lui stesso a descriverla. «Sostenere le ambizioni dei giovani provenienti da minoranze è sempre stato importante per me», spiega, «e Mission 44 rappresenta il mio impegno a creare un vero cambiamento all’interno di questa comunità. Nella mia vita ho sperimentato in prima persona come provenire da un background sottorappresentato possa influenzare il tuo futuro».
Parole forti che lasciano il segno. Perché Lewis è uno che ce l’ha fatta, ma quanti altri sono rimasti parcheggiati ai box? «Fortunatamente per me sono stato in grado di superare queste difficoltà attraverso opportunità e supporto. Voglio assicurarmi che altri giovani provenienti da ambienti simili siano in grado di fare lo stesso».
Il team di Hamilton in questo GP di solidarietà si avvale anche della collaborazione di Mercedes, che fin da subito ha accettato con entusiasmo di abbracciare il progetto del pilota con un’iniziativa denominata Ignite. «Siamo molto felici di poter fare la nostra parte aiutando Lewis in questa sfida», dice Toto Wolff, direttore esecutivo di Mercedes, «aprire il motorismo a tutti e diventare una squadra più diversificata e inclusiva sono valori fondamentali per il nostro team».
Mission 44 è solo l’ultimo, in ordine temporale, impegno di Hamilton verso chi vive realtà difficili. Il campione si era espresso senza mezzi termini contro il Governo ungherese di Viktor Orban e le sue norme anti-LGBT, durante il Gran Premio nel paese. «È inaccettabile, codardo e fuorviante per chi è al potere suggerire leggi del genere. Tutti meritano di avere la libertà di essere sé stessi, non importa chi amano o come si definiscono». Poi l’accelerata decisiva. «Esorto il popolo ungherese a votare nel prossimo referendum per proteggere i diritti della comunità LGBTQ+, hanno bisogno del nostro supporto ora più che mai. Per favore, mostra amore per chi ti circonda perché l’amore vincerà sempre inviandoti positività».
Numero uno in pista, numero uno fuori. Lewis Hamilton è così, spinge sempre al massimo. Questo fa di lui un campione vero, che ha subito sposato la causa Black Lives Matter (anche scendendo in piazza a Londra per manifestare) e che si espone sempre in prima persona. Fuoriclasse in Formula 1 si diventa col talento e l’allenamento, nella vita con il cuore e l’impegno.