Che l’ultima edizione di Temptation Island, la numero dieci, sia stata l’ennesimo successo in termini di ascolti è fuori discussione (la penultima puntata, andata in onda su Canale 5 il 26 luglio, ha totalizzato il 23.7% di share), tuttavia è logico chiedersi se il contenuto, che si ripete pressoché identico ogni anno, stia iniziando a manifestare qualche segno di cedimento mettendo a dura prova la fedeltà degli spettatori più affezionati che, nonostante tifino per questa o quell’altra coppia, si trovano ad assistere alla stessa escalation che il programma ci ha sempre proposto: gli scatti d’ira degli uomini nel Pinnettu, l’avvicinamento alle single, i lacrimoni al falò di confronto, gli epiteti dispregiativi come «fai schifo» ripetuti come se fossero un’antica litania e, quasi sempre, il perdono che giunge puntuale all’ultima puntata, quella che vede Filippo Bisciglia rincontrare i fidanzati un mese dopo la fine delle registrazioni.
Il fatto che Temptation Island sia uno dei pochissimi programmi inediti trasmessi in estate – la programmazione della televisione generalista da giugno a settembre è semplicemente imbarazzante, soprattutto se consideriamo che ci sono milioni di spettatori che non sanno cosa siano le piattaforme digitali o che, banalmente, non hanno alcun interesse a sottoscrivere un abbonamento che sanno che non utilizzeranno – è sicuramente un punto a favore di quello che, per forza di cose, è diventato un appuntamento immancabile per alleviare la calura e riempire le giornate che si fanno più lunghe. Tuttavia, il fatto che quest’anno, per via dei nuovi limiti tratteggiati da Mediaset in materia di diritti d’autore e d’immagine, tantissimi account Instagram non abbiano potuto catturare i frame dello show per trasformarli in meme, ossia nel modo più facile per imprimere nel consumatore una traccia che duri se non qualche settimana almeno qualche giorno, ha influito non poco sulla percezione generale dell’ultima edizione. Temptation Island è Katia che dice che «le gustano i suoi manzi», Oronzo che biascica e implora il perdono di Valentina, Aurora che dice a Gianmarco che lo ha cresciuto, Salvatore che si immerge in acqua per riabbracciare la sua Teresa: senza le pillole video ricondivise migliaia di volte sui social, Temptation inizia e finisce sullo schermo piatto in salotto, e il fatto di essere bombardati ogni giorno da centinaia di contenuti inediti, come se avessimo 24 ore libere al dì per recuperare tutte le gare delle Olimpiadi su Discovery+ o riguardare tutti i film di Star Wars su Disney+, non aiuta certo a trattenere nella memoria gli sberleffi e le unghie che raschiano i vetri della dignità al momento del falò. Tutt’al più perché, come abbiamo detto, le coppie di Temptation Island si somigliano un po’ tutte, e ricordarsi chi ha detto e fatto cosa diventa uno sforzo mnemonico degno di Confucio.
Cerchiamo di ripercorrere, allora, che cosa ha funzionato e cosa non ha funzionato della decima edizione, sforzandoci di capire su cosa Temptation Island dovrebbe investire e cosa dovrebbe limare per andare incontro a un pubblico che dice di bramare la novità quando, in realtà, vuole vedere esattamente la stessa cosa travestita da qualcos’altro:
LE COPPIE
Come spesso accade, la coppia potenzialmente più interessante del Temptation 2021 è uscita alla seconda puntata: parliamo di quella formata da Tommaso e Valentina, i fidanzati separati dall’età ma uniti da un filo rosso che potrebbe fare la felicità di molti psicanalisti specializzati in relazioni tossiche. La gelosia patalogica di lui, estesa a frasi del tutto assurde come «il suo corpo è sacro» e sfociata in un crollo nervoso per aver assistito – udite, udite – alla visione della fidanzata in bikini – forse siamo nel ’61, quando Stefania Sandrelli fece scandalo più per i due pezzi sul finale di Divorzio all’italiana che per aver fatto piedino al timoniere della barca mentre baciava Mastroianni – e i vani tentativi di lei di giustificarlo sono stati una combo che, se avesse resistito qualche altra settimana, avrebbe portato probabilmente a un punto di non ritorno. E invece niente da fare, i due spariscono dal radar quasi subito insieme a Ste e Claudia, la coppia che aveva già programmato le nozze ma che stava per arenarsi per colpa dello sfogo improvviso di lei che, sentendo che l’altare si stava avvicinando, ha pensato bene di fare l’elenco di tutte le manchevolezze del futuro marito sulla tv commerciale: non possiamo mettere la mano sul fuoco sul fatto che Temptation Island abbia salvato un matrimonio, ma quantomeno deve aver contribuito all’acquisto delle bomboniere. Le altre 3 coppie – Federico e Floriana, Stefano e Manuela e Alessio e Natascia – hanno ricalcato quasi fedelmente vecchi schemi del programma ormai super-ammortizzati dal pubblico. Peccato.
TUTTO SÌ, MA IL BACIO NO
Qualcuno dovrà prima o poi spiegarci perché i fidanzati e le fidanzate considerino il bacio la forma più alta di tradimento mettendo una pietra sopra tutti gli strusciamenti, i «mi hai conquistato» e i weekend da sogno che ci sono stati prima. Davvero ci scandalizziamo più per le labbra che si sfiorano gettando nel dimenticatoio frasi ignobili come quelle di Stefano, che ha ripetuto più volte che la fidanzata era una buona a nulla e che avrebbe solo potuto fare la casalinga?
LA «TOSSICITÀ»
Sarà stata la pandemia o l’influenza social che porta ad aumentare i follower in maniera proporzionale al livello d’indignazione, ma sembra proprio che ci siamo accorti della «tossicità» dei modelli maschili di Temptation Island dopo 10 anni di messa in onda: quello che fino all’anno scorso era accompagnato da una risata, oggi è lo spunto per post infuocati che chiedono conto alla produzione sulla promozione di certi modelli comportamentali. Che all’Is Morus Relais siano passati tanti agnellini travestiti da lupi è cosa ovvia: sarebbe stato bello, però, vedere qualche fidanzata più intransigente e meno morbida nel (ri)accogliere gli uomini con la coda fra le gambe. Ci avevamo un po’ creduto con Floriana, ma pure lei è durata poco.
«SPACCO TUTTO»
Va bene il folklore, il colore o come volete chiamarlo, ma c’è un limite a tutto: non sappiamo quanto ci sia di costruito e quanto ci sia di vero nelle sfuriate dei fidanzati appena usciti dal Pinnettu, ma resta che osservare questi ragazzi spaccare le sdraio e i vasi del villaggio per sfogare la rabbia ha ormai fatto il suo tempo. Non vogliamo essere quelli che raccomandano di essere zen a tutti i costi perché, se ci partono i cinque minuti, siano i primi a dare di matto, ma da alzare il tono della voce a riempire di pugni un povero pouf innocente ce ne passa: andiamo oltre?
LA COLONNA SONORA
Azzeccata, puntuale, sfacciatamente beffarda, capace di rimestare tra il vintage più latente e il tormentone del momento (meglio se proveniente da Amici): la colonna sonora di Temptation Island è ogni anno un capolavoro di narrazione che dovrebbe essere premiato con un Telegatto se solo ci fossero ancora (includiamo pure Love the Way You Lie di Rihanna ed Eminem, ormai ennesimo marchio di fabbrica insieme alla frase «ho un video per te»).
L’EFFETTO TELETUBBIES
Avete mai visto una puntata dei Teletubbies, quando a un certo punto i quattro alienini guardavano un video e, un attimo dopo, chiedevano di rivederlo facendolo vedere allo spettatore 2 volte in meno di 10 minuti? Ebbene, Temptation Island fa esattamente la stessa cosa: a fronte di un girato evidentemente esiguo, il trucco è quello di mostrare ripetutamente le stesse scene – i riassuntoni e le introduzioni si sprecano – facendo sì che il pubblico veda le stesse scene almeno una dozzina di volte prima di arrivare, spesso stremato, all’una di notte. L’ultima puntata stagionale, quella che mostra sì e no 10 minuti di incontro delle coppie e mezz’ora abbondante di rewatch, in questo è un capolavoro di allungamento di brodo: i montatori sono bravissimi a far cadere tutti nella trappola, soprattutto perché nessuno sembra accorgersene, twittando su cose che, in realtà, sono andate in onda quattro settimane prima.
FILIPPO BISCIGLIA
Qualcuno lo critica per le camicie fiorate e per la dizione che cerca di coprire cadenza romana (chi lo ha visto al Grande Fratello se la ricorda bene), ma Filippo Bisciglia è Temptation Island. Da quando spalanca le braccia sul bagnasciuga e la telecamera si allontana dalla spiaggia della Sardegna a quando assurge al ruolo di psicologo per far ragionare le coppie, il programma ha la sua firma, ed è bello vedere in che maniera abbia preso le misure negli anni: con l’esperienza, ha imparato a gestire meglio i tempi, a far sentire di più la sua voce con interventi mirati e a tessere il racconto in maniera più omogenea. Maria De Filippi ci ha visto lungo, ma sarebbe bello non vederlo lavorare solo d’estate – qualcuno scherza e dice che per tutto l’inverno Filippo sia criogenizzato, suvvia.
LA CONCLUSIONE
Come scrivevamo prima, Temptation Island rimane l’asso nella manica dell’estate Mediaset, l’ennesima conferma che, se non ci fosse lo zampino di Maria, la baracca sarebbe costretta a fare dei tripli salti mortali per galleggiare e, di conseguenza, sopravvivere. La speranza per il futuro è che il programma si spinga un po’ più oltre e provi, almeno per una coppia – tutte è impossibile, vale sempre il discorso che il pubblico, nella sua ottusità, vuole sostanzialmente sempre vedere le stesse cose -, provasse a proporre un modello diverso, non più quello del fidanzato fumantino e della fidanzata plorante, Penelope in perenne attesa del momento in cui cederà e perdonerà tutto il perdonabile, ma scavasse più a fondo. Basta con i ragionamenti raggelanti di donne che devono stare «zitte e buone», per dirla come i Måneskin, e di uomini che prima sono leoni e poi… beh, ci siamo capiti. Qualche coppia emotivamente pronta e capace di usare il congiuntivo in maniera appropriata deve pur esserci a questi casting e, se così non fosse, una redazione così attenta come quella di Maria non avrebbe così tanti problemi a trovarla. O no?