62 chilometri, di cui 40 solo nel centro storico, i portici felsinei sono appena stati iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale come «straordinario esempio di spazio privato ad uso pubblico»
Dopo il ciclo pittorico trecentesco di Padova e Montecatini Terme anche i Portici di Bologna sono nella lista dei siti protetti dall’Unesco: lo ha appena annunciato il comitato dell’Agenzia delle Nazioni Unite riunito a Fuzhou, in Cina. Con il sito bolognese l’Italia vanta 58 iscrizioni tra i patrimoni dell’Umanità, il primo Paese al mondo seguito dalla Cina (55 siti) e da Germania e Spagna (entrambe 48 siti).
«Ancora una bella giornata per il patrimonio culturale nazionale», ha detto il ministro della Cultura Dario Franceschini. «Si tratta di un risultato straordinario, frutto di una intensa e costante azione di diplomazia culturale e della stretta collaborazione tra Governo, enti locali e associazioni; una bella notizia alla vigilia del G20 Cultura che l’Italia si appresta ad ospitare per la prima volta», ha proseguito il ministro.
Frutto di un lungo lavoro di candidatura che ha coinvolto il Comune di Bologna, associazioni, la Regione Emilia Romagna, oltre al Ministero, i portici si sono meritati l’iscrizione perché il Comitato Unesco ha riconosciuto il valore mondiale eccezionale di questo sito quale «straordinario esempio di spazio privato ad uso pubblico».
Lunghi 62 chilometri, di cui circa 40 che attraversano il solo centro storico, i portici sono nati nel Medioevo, inizialmente per guadagnare spazio per le case, e poi sono diventati un tratto distintivo dell’edilizia bolognese ma anche della socialità in città. In alcuni casi sono delle vere opere d’arte, come il portico di San Luca, il più lungo del mondo, che collega la città con il Colle della Guardia dove si trova il santuario, o quello di Casa Isolani, che ha ancora l’originaria struttura in quercia (le altre sono in muratura).
«Il Comitato di Fuzhou – ha fatto sapere il ministero della Cultura – ha dimostrato di voler approfondire ulteriormente la conoscenza delle peculiarità di questo sito, comprendendone appieno le valenze quale modello di amministrazione civica e di socialità, fonte d’ispirazione per altre città europee». Nella gallery sopra i siti Unesco in Italia
Tra le aggiunte recenti alla Lista del Patrimonio Mondiale del Comitato del Patrimonio Mondiale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (Unesco) 13 siti tra Asia, Africa, Medio Oriente, America Latina ed Europa. Tra questi spiccanol’antica città di Dholavira, centro della civiltà Harappan in India che fiorì tra il 3000 e il 1500 a.C., i siti archeologici preistorici dell’era Jomon nel nord del Giappone, 8 moschee in stile sudanese nel nord della Costa d’Avorio.
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