Questo articolo è pubblicato sul numero 23 di Vanity Fair in edicola fino all’ 8 giugno 2021
Nel centro dell’Italia c’è una regione. All’interno, una provincia. Il suo capoluogo, una città. Nel centro di quella città, un palazzo antico. Nel cuore del palazzo, una libreria. La regione si chiama Marche, la città è Ascoli Piceno, la libreria Rinascita. A pochi passi da lì, una delle piazze più belle del mondo: piazza del Popolo. Ma anche la piazza davanti alla libreria è molto elegante, con la chiesa chiara, le facciate gentilizie, le palme, la latteria che fa yogurt e maritozzi memorabili. Bar con tavolini fuori, boutique, negozi storici. E poi un’altra piazza ancora, piazza Arringo e, d’estate, i palazzi impavesati per la Quintana. Giardini, cortili, logge. Un centro storico di una città del Centro Italia: un gioiello.
Ha ragione Giorgio Pignotti quando, ripercorrendo la sua storia di libraio dopo aver ricevuto il premio Mauri, parla di posti della provincia«che contribuiscono ad arricchire la socialità, svolgendo così un ruolo fondamentale per migliorare la qualità della vita della gente». Così è sicuramente la sua Rinascita: una libreria grande e fornita, luminosa, dotata di caffetteria, con una prestigiosa sala per le presentazioni e una casa editrice al piano di sopra, uno spazio bambini colorato e vivace. Ampi soffitti a volta, corridoi, libri disposti a parete, su tavoli, attorno alle possenti colonne di pietra antica. È veramente un luogo che funziona da centro culturale in una città un po’ chiusa, una regione un po’ sconosciuta, una provincia un po’ periferica. Resiste e anno dopo anno semina idee al servizio dei cittadini. Da decenni. Era il 1976 infatti, quando, di ritorno da Bologna dove era andato a studiare, Pignotti fondò la sua libreria assieme ad altri ragazzi. Posso immaginare il suo sogno: da studentessa a Bologna, anche io, anni dopo e in arrivo dalla stessa provincia, rimasi stupefatta dalla quantità di librerie di tutti i tipi che c’erano all’epoca. Antiquarie, universitarie, tecniche, di seconda mano, generaliste, «indipendenti».
Di tutte le taglie e per tutti i gusti. Erano anni di fermento, poi sarebbero arrivati i tempi duri per i libri e tante serrande abbassate, ahimè, anche in città grandi e tradizionalmente forti. Ma Rinascita, protetta forse anche dal suo nome felice, di sicuro ottimamente gestita, non ha sofferto a lungo. Anzi, si è reinventata proprio negli anni della prima crisi del settore e da allora è diventata grande. Ha rivisto il suo modello organizzando un sistema gestionale informatizzato (Pignotti è stato il primo a crearne uno in Italia, si chiama MacBOOK ed è uno dei software più utilizzati oggi). Ospita incontri, iniziative, progetti per la promozione alla lettura. Ultimo in ordine di tempo per Giorgio Pignotti, una biblioteca per bambini dentro la libreria: un posto che presta libri dentro a un posto che li vende.
Una formula entusiasmante, una scommessa. Un altro strumento per crescere, tutti insieme. E incontrarsi. Piccoli e grandi. Lettori, cittadini.
Visionari – Giorgio Pignotti (in alto), fondatore, nel 1976, della libreria Rinascita e vincitore, nel 2020, del Premio Luciano e Silvana Mauri.
foto STEFANO SCHIRATO