La mattina in cui Gino Roberto Manciati, responsabile medico di Medici Senza Frontiere a Gaza, ci risponde al telefono è quella dopo una notte di bombardamenti. Quelli che poche ore prima hanno colpito la clinica in cui lavora insieme allo staff medico che fornisce trattamenti per traumi e ustioni. La stanza dedicata alla sterilizzazione è inutilizzabile, mentre l’area di aspetto è stata completamente danneggiata. Non si contano feriti all’interno della clinica, ma alcune persone sono state uccise nel corso dei bombardamenti.
«La situazione è preoccupantissima», ci spiega al telefono Gino Roberto Manciati nei pochi minuti a disposizione, sottolineando la preoccupazione per la popolazione e per quelli che saranno i prossimi giorni se nemmeno cliniche e ospedali sono più luoghi sicuri.
Da una settimana continuano i bombardamenti tra Israele e Gaza. Secondo quanto riferito dal ministero della Sanità della Striscia il bilancio degli attacchi israeliani su Gaza è salito a 188 morti, tra cui 55 minorenni, mentre i feriti sono 1.230. «Seguo con grandissima preoccupazione quello che sta avvenendo in Terra santa, in questi giorni violenti scontri armati tra la Striscia di Gaza e Israele hanno preso il sopravvento e rischiano di degenerare in una spirale di morte e distruzione», ha detto Papa Francesco, nel corso dell’omelia a piazza San Pietro. «Numerose persone sono rimaste ferite, e tanti innocenti sono morti. Tra di loro ci sono anche i bambini, e questo è terribile, è inaccettabile, la loro morte è segno che non si vuole costruire il futuro, ma lo si vuole distruggere».
Com’è la situazione al momento?
«Nella notte e fino a questa mattina abbiamo ricevuto tantissimi, troppi, casi di feriti, civili, donne e bambini. Anche per questa ultima esplosione è più difficile arrivare all’ospedale. Noi facciamo soprattutto la chirurgia di emergenza di ortopedia e la chirurgia plastica per guarire le ferite nella pelle. Tutto il nostro staff lavora senza fermarsi mai , 24 ore al giorno. È troppo per tutti. Anche per noi».
Come immagina i prossimi giorni?
«Non penso che questo conflitto potrà risolversi a breve. Ci sono troppe azioni che entrambe le parti stanno mettendo in atto una contro l’altra. Non penso che si risolverà brevemente».
I raid stanno continuando anche adesso?
«Sì, senza tregua. Ci sono a tutte le ore: mattina, sera e soprattutto la notte, quando fanno più paura. Sono molto preoccupato per la popolazione, per i civili, come tutti noi, per quello che sta accadendo nuovamente con questo conflitto».
Gli aiuti arrivano?
«È possibile che arrivino ma in questo momento è più difficile entrare a Gaza così come uscirne. Abbiamo inviato una squadra a Gaza per aiutare i nostri medici ma non è stato possibile uscire da Gaza. Anche noi non possiamo riceverne. Le frontiere sono chiuse a causa della guerra».