Britney Spears balla e protesta, piroetta sulle note di Indila ed esprime tutto il suo disappunto per i documentari che la riguardano e che utilizzano la sua vita per farsi pubblicità. «Il 2021 è decisamente meglio del 2020, ma chi l’avrebbe detto che sarebbe stato così. Ci sono tanti documentari su di me, gente che dà la sua versione della mia vita. Che dire? Sono davvero lusingata! Questi documentari sono ipocriti… criticano i media e poi fanno la stessa cosa. Accidenti, non vi conosco, ma vorrei ricordarvi che, anche se ho avuto dei momenti decisamente difficili nella mia vita, i momenti incredibili sono stati ancora di più» scrive Britney su Instagram riferendosi, evidentemente, a Framing Britney Spears, il documentario prodotto dal New York Times che l’avrebbe fatta piangere per due settimane a marzo, al momento dell’uscita sulle piattaforme digitali.
«Credo che la gente sia interessata soprattutto al lato negativo delle cose. Non dovremmo occuparci del futuro? Perché, allora, concentrarsi sui fatti del mio passato negativi e traumatizzanti che risalgono a tanti anni fa?» si chiede, ancora, Spears che, effettivamente, continua a essere ripetutamente associata all’ombrellata al paparazzo, alla testa rapata a zero e a tutti gli eccessi che l’hanno portata gradualmente lontano dai figli e vicino a un’idea di lei che i giornali hanno sempre raccontato e ingigantito al solo scopo di creare titoli notiziabili. Poco dopo, però, Britney si riprende e dice di volere viaggiare in estate e di volere installare un piccolo Koi pond nel giardino dietro casa: «So che sono strana, ma ehi, le piccole cose contano. Dovrebbero mettermi sulla copertina di Better Homes & Gardens. Farei tanto Martha Stewart, questo è certo. Spero che stiate vivendo alla grande o, come direbbe Paris Hilton, sliving! Io lo faccio».
Il video, che ha raggiunto in poche ore più di 3 milioni di visualizzazioni, si chiude con un riferimento a Billy B, il make-up artist che appare nel documentario della BBC The Battle for Britney: Fans, Cash and a Conservatorship e secondo il quale la popstar non avrebbe il pieno controllo dei suoi profili social: «Non parlo mai con Billy B, quindi è un po’ strano. Questo è il mio Instagram» chiosa un’altra volta Britney che, sempre per il discorso del battere il ferro finché è caldo, sarà presto oggetto di un nuovo documentario della BBC e di film di Netflix diretto da Erin Lee Carr, già autrice di pellicole basate su episodi realmente accaduti. L’oggetto? Naturalmente il successo partito dal Mickey Mouse Club e la spirale di dipendenze e abusi nella quale è finita negli anni Duemila. «Avanguardia pura», per dirla come Miranda Priestly.