Quando la vita esplode in un istante, cancella ogni cosa e non lascia possibilità di scelta. Francesca Fioretti ha attraversato il dolore e ricostruito un nuovo senso di sé: il 4 marzo 2018 il compagno Davide Astori, calciatore della Fiorentina, è morto nel sonno, all’improvviso, durante un ritiro a Udine. A distanza di oltre tre anni da quella tragedia, l’attrice – e mamma della piccola Vittoria – ha deciso di raccontare la sua storia.
«La nostra storia», precisa nel post pubblicato su Instagram, poche ore dopo la condanna a un anno di reclusione inflitta al medico sportivo Giorgio Galanti per omicidio colposo . «Ho pensato spesso di scriverla, ma ogni volta non sapevo da dove iniziare, come andare avanti, come finire. Non solo perché le cose da dire non sono riducibili ad un libro, né lo saranno mai, ma perché il modo – il verso – mi appariva qualcosa di irraggiungibile».
«Come possiamo dare forma al sentire, quando il sentire è così reale, quando non esiste altro se non il modo in cui ti sta addosso, tra gli organi, nella mente, quando non esiste altro se non questo strato di pelle che è venuto via e ti fa percepire il mondo – i suoi odori, colori, la luce, la presenza fisica, la sua assenza – come mai lo hai sentito prima? Poi ho capito che non dovevo trovare un modo, che ne avrei tentati molti», aggiunge.
«Scrivere è come fare tutte le cose che ogni giorno – per urgenza, necessità, amore e desiderio – ho imparato a fare, da sola, per me stessa, per Vittoria», spiega ancora Francesca. «Questo libro sarà tante cose, forse non riuscirà a esserne fino in fondo solo una. Raccoglierà il mio mutamento, la mia consapevolezza. Sarà un modo per provare a liberarmi, a librarmi, per andare di nuovo a capo e stare a contatto con la rinascita e il dolore».
«Sarà un modo per rendere giustizia a questa vita a cui chiedo tutto ancora con caparbietà, per trovare un posto al mio immenso amore», conclude, a margine di una foto. «Scrivo questo libro per tre persone e due ragioni: per Vittoria, per Davide, per me. Per non dimenticare mai nulla. Per vivere ancora». Per non rimuovere il dolore, quindi, ma allo stesso tempo riuscire a non cedervi mai del tutto. «Io sono più amore», è il titolo.
«Un canto di forza, dolore e rinascita».