Le persone eterosessuali che dicono frasi inopportune non sono cattive, spesso sono solo rincoglionite. Vivono nel loro mondo, si addormentano in uno stato di torpore, autoconvincendosi che l’universo giri unicamente intorno al loro specchio di realtà, per poi accorgersi che quello che conoscono è solo una parte di un quadro mille volte più grande e sfumato. Non è (del tutto) colpa loro: società e costume hanno sempre dato ampia precedenza a quello stile di vita, proponendo l’eteronormativa come assodata per tutti, danni ed effetti collaterali inclusi. Ma se sei queer, almeno una volta nella vita ti sarai ritrovato di fronte a una di queste cinque frasi, dure a morire nonostante siamo nel 2021. Quindi amici etero, ve lo diciamo con grande serenità ma molto onestamente: smettete di dircele!
1. I gay sono più simpatici, ho mille amici gay!
Un evergreen: l’amico gay è un classico dei primi anni 2000, ma ancora sorge di tanto in tanto come un piccolo pezzo d’antiquariato a cui si è troppo affezionati per buttarlo via. “I gay” sembrano avere il gene della simpatia, magari unito a uno spiccato senso della moda, e una sensibilità più accesa. È quello che scatta nella testa di alcune ragazze appena incontrano un altro ragazzo con cui non può scattare alcun flirt o forma d’attrazione. Ci credo che esistono gay così: un po’ perché gli stereotipi hanno una base di realtà, un po’ perché aderire a quello stereotipo è forse il metodo più facile per collocarsi nella società. Non c’è niente di male, ma universalizzare l’idea del «gay simpatico e sensibile» ridicolizza la gay community rendendoci una serie di fantocci telecomandati da portare a passeggio, e non delle persone con le loro contraddizioni e complessità.
2. Ti presento un mi* amic*
Per alcuni etero le persone queer sono povere anime perse alla costante ricerca d’amore nel mondo. Come in un romanzo di Jane Austen, appena intercettano un’altra persona gay, lesbica, o bisessuale all’interno della stanza urge dentro di loro l’obbligo morale di creare una ship, ancor prima di verificare che i soggetti in questione siano d’accordo. SPOILER ALERT: non tutt* hanno urgenza di accoppiarsi, fidanzarsi, e ancor più importante il fatto che entramb* si indentifichino in qualche lettera della sigla LGBTQ+, non implica che siano automaticamente attratt* l’un* dall’altr*.
3. Quando l’hai capito?
Questa sembra innocua alla base: «Quando e come hai capito di essere *gay, lesbica, bisex, trans etc.*?». È una domanda spesso fatta in buona fede, ma che ci fa sentire un po’ topi da laboratorio. Magari ti stai godendo la serata, pensando a tutt’altro, e non hai sempre voglia di parlare del tuo coming out o impartire una lezione di storia LGBTQ+. Le persone queer non sono tenute a educarvi su qualcosa che potreste benissimo trovare sui libri o cercando su Google.
4. Dai, prima o poi sceglierai uno o l’altro!
Qualcosa che la cultura cis-het adora dare per scontato è che le persone scelgano e si collochino in un punto preciso e definibile, se il più simile a quello che hanno fatto loro ancor meglio. Se sei bisessuale, per loro è chiaro che stai solo sperimentando e che prima o poi dovrai per forza scegliere tra maschi o femmine. Se sei no binary, ovvero non ti indentifichi in un genere, stessa solfa: prima o poi sceglierai se “vuoi essere maschio o femmina”. Gentile reminder di base: le persone bisessuali o no binary non sono confuse e non c’è niente da scegliere! Lo spectrum è ampio e variegato, come una persona potrebbe evolvere nell’arco della sua vita non è qualcosa che potete prevedere voi tirando a indovinare, e commenti del genere non fanno altro che invalidare e screditare l’identità altrui.
5. Chi fa il maschio e chi la femmina?
Per ultima lascio l’intramontabile, una hit del passato che ritorna a cadenza regolare per gli amanti del vintage, la nostra All I Want for Christmas is You, che si estende su piani diversi, dall’atto sessuale alla vita di coppia. È “bellissima” perché grave sotto più aspetti: non solo è una domanda allucinante da fare a due uomini e due donne, ma soprattutto implica ancora che all’interno di qualunque coppia, gay o etero che sia, ci siano dei ruoli da rispettare, delle regole da seguire e mantenere per stare insieme. È una domanda impastata di patriarcato e misoginia. La teniamo qui per ultima, come segno di aver toccato il fondo del barile. Se avete fatto questa domanda almeno una volta nella vita: niente paura, confidiamo in una redenzione. Se ancora la reputate lecita e non vedete il problema, le mie più sentite condoglianze.
