Era l’unico medico, a Orzinuovi, nel bresciano, che andava a casa dei pazienti anche nel pieno della prima ondata e la sua storia era diventata famosa in tutta Italia. Il dottor Pietro Severo Micheli ora va in pensione. Non è bastata la sua volontà di continuare e non sono servite le circa 1.500 firme raccolte dai suoi assistiti. Le autorità sanitarie seguono le regole e il medico 69enne deve lasciare il suo lavoro.
«Mi dispiace tantissimo», ha detto Micheli a La Provincia di Cremona, «Non me l’aspettavo ma non mi sento una vittima. I funzionari devono applicare le regole, non solo loro a poter cambiare il sistema. Sono molto grato a tutti i miei pazienti, e continuerò comunque a fare il medico, anche se non nel settore pubblico».
Da subito lo hanno chiamato il «medico-eroe». Arrivava a domicilio con la tuta protettiva, la visiera, doppia mascherina e doppi guanti. Solo l’aspetto era diverso, per il resto ha fatto quello che per trent’anni aveva fatto: prendersi cura dei suoi pazienti.
«Non pensi che io non abbia paura», aveva detto a Vanity Fair, «Paura di ammalarmi. Paura di morire. Ma questo è il lavoro che ho scelto e che amo ed è in questi momenti che si vede quanto uno crede nella propria professione. Quel poco di bene che si può fare e tutta l’umanità che si può mettere in questa professione, adesso bisogna dimostrarli. Ora si può fare la differenza».
In mesi in cui la maggior parte dei medici facevano solo il triage telefonico, lui era sempre presente. «I malati vanno valutati direttamente. Solo così si può capire la gravità dei sintomi e decidere come gestirli. Ci sono pazienti che possono stare a casa, altri che necessitano di un ricovero immediato, altri che possono essere assistiti a domicilio con il supporto dell’ossigeno».