Se avete resistito alla tentazione di divorarvi le puntate in anteprima su Discovery+, è molto probabile che abbiate aspettato il 10 marzo per vedere in chiaro su RealTime la sesta edizione di Matrimonio a prima vista Italia, il format che vede tre coppie dirsi di sì sull’altare senza essersi mai conosciute prima. Chi è un affezionato spettatore del programma sa bene che negli ultimi anni l’esperimento non è andato quasi mai a buon fine: i tre «esperti» Nada Loffredi, Mario Abis e Fabrizio Quattrini non sono quasi mai riusciti, infatti, a combinare il match perfetto, lasciando che fossero gli stessi sposi a sparigliare le carte e a trovare la propria strada in autonomia (il caso più eclatante è stato, non a caso, l’amore scoppiato tra Nicole Soria e Marco Rompietti, rispettivamente appartenenti alla quarta e alla quinta edizione di Matrimonio a prima vista, conosciutisi al di fuori della giurisdizione degli esperti). Inutile dire che, proprio per questo motivo, le aspettative stavolta sono altissime, e noi che le puntate le abbiamo viste in anteprima perché non saremmo mai riusciti ad aspettare la messa in onda, possiamo confermarvelo.
Già a partire dai primi due episodi andati in onda su RealTime, è chiaro come si evolveranno gli equilibri delle tre coppie selezionate e «matchate»: per Fabio Peronespolo e Clara Campagnola, per esempio, è evidente che la sinergia e la complicità regnino sovrane fin dalla cerimonia, mentre chi dovrà faticare non poco saranno senza dubbio Santa Marziale, la più giovane tra le partecipanti (27 anni), e Salvatore Bonfiglio, due ragazzi che, nonostante l’appartenenza alla stessa terra, la Sicilia, faranno molta fatica a instaurare un contatto. I nostri preferiti, però, sono i romani Francesco Muzzi, tassista trentasettenne muscoloso, tatuato ma dal cuore tenerissimo, e Martina Pedaletti, commessa e bartender presso vari locali della capitale. Il loro è il rapporto più interessante perché si costruisce piano piano: non partono sparati come Fabio e Clara ma neanche con il freno a mano tirato come Santa e Salvo. Il loro è un percorso in divenire, una scoperta graduale che permetterà a entrambi di conoscersi più da vicino e di superare una serie di ostacoli e di blocchi che diverse coppie del passato, pensiamo a quella formata da Fulvio e da Federica, non sono mai riusciti a scavalcare.
Matrimonio a prima vista, d’altronde, è un format sul compromesso, ma anche sulla sicurezza che cerchiamo prima in noi stessi e poi negli altri. Accettare di prendere parte a un programma che ci infila subito l’abito bianco e ci lancia a velocità supersonica verso la convivenza e un mondo completamente diverso da quello di prima significa assumersi la responsabilità della riuscita dell’esperimento impegnandosi a costruire un dialogo con l’altro. Cosa che, nella maggior parte dei casi, per via di problemi caratteriali o fattori come l’orgoglio, non è poi così scontata. Vedere in che maniera le coppie crescano nel corso delle puntate e immedesimarci con loro pensando a cosa faremmo se fossimo al loro posto, con le telecamere puntate e l’ansia che in cinque settimane qualcuno ci chiederà se vogliamo rimanere sposati o meno, è probabilmente il punto di forza di un format che continua a mietere consensi e che, specie in un periodo delicato come la pandemia, può ricordarci quanto il contatto con l’altro sia necessario per preservare la propria salute mentale e il proprio benessere, che non deve mai essere messo in secondo piano.